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Per molto tempo il re e la regina della Valle degli Aranci erano vissuti tranquilli e contenti; nessuna nube era sorta a turbare la loro pace serena. Fu soltanto quando la regina mise al mondo due gemelle, belle come in quel regno non se n’erano mai vedute, che il re e la regina incominciarono a bisticciarsi per l‘educazione delle due principesse.
A Mansueto non parea vero d‘essere assoluto padrone di quei campi che si stendevano rigogliosi innanzi a sè, di quelle bestie rinchiuse nella stalla, e della bianca casetta, semplice e modesta, che gli sorrideva inghirlandata dalla vite del Canadà.
Appena partito il padre, Fulgenzio andò a dare un‘occhiata al suo possedimento, fece colla mente il calcolo del danaro che avrebbe potuto ricavare dai prodotti delle sue terre, e crollò il capo pensando a tutto il tempo ed al lavoro che occorrevano prima di arrivare alla ricchezza a cui aspirava.
Fiorenzo era un bel giovane,dalle forme scultorie, dai lineamenti del volto regolari e gli occhi grandi ed espressivi. Fin da bambino egli s‘era sentito sorgere nell’anima un vero culto per la bellezza, e sua aspirazione costante fu di circondarsi delle cose più belle che esistevano sulla terra.
Viveva molti secoli fa, in un paese lontano, un uomo saggio e virtuoso che si chiamava Eraldo. Negli anni giovanili avrebbe desiderato viaggiare per conoscere il mondo e gli uomini, ma rimasto vedovo con tre figliuoli dovette rinunziare alle sue aspirazioni per dedicarsi interamente alla famiglia.