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Giorgio era un buon ragazzo, ma molto vanesio; i suoi compagni di scuola lo chiamavano il filosofo, perchè raramente si degnava fare il chiasso insieme con loro. Aveva da qualche tempo in qua la fissazione d'apparire giovanotto, quantunque non oltrepassasse i quattordici anni, e s'arrabbiava dell'ostinazione del suo babbo e della sua mamma che non volevano fargli smettere la camiciola col cinto e i calzoni a mezza gamba.
Un discorde mugliare: richiami angusti di vitelli, come impediti da un soffocamento; aperte, disperate invocazioni di madri; risposte lunghe, come estratte dal torace profondo, di buoi. E uno strepito di campanacci e un romore di voci umane.
— Mio zio, – diceva l’uomo dall’occhio di vetro, – era ciò che si può dire un ottavo di milionario. Possedeva circa centoventimila franchi. Sicuro! E mi lasciò tutto il suo avere.
La passeggiatina dei due amici, lungo la spiaggia, venne fermata dall’impedimento di una grossa corda che alcuni pescatori traevano dal mare e portavano a forza di braccia e di schiena, indietreggiando, in fila a distanza di pochi passi l’uno dall’altro, su fino all’estremità dell’arenile.
Roberto Erlis era nato di buona ma non ricca famiglia. Aveva raggiunto e oltrepassato il trentesimo anno di età in posizione piuttosto umile. Poi – come soleva dire lui – s‘era arrabbiato, aveva abbandonato ubbie e sogni e s‘era gettato nella vita degli affari con la risolutezza di chi non vuol perdere tempo.
La stalla è lí, dietro la porta chiusa, subito dopo l'entrata nel cortile rustico in pendío, dall'acciottolato logoro e la cisterna in mezzo. La porta è imporrita; verde un tempo, ora ha quasi perduto il colore; come la casa, quello gialligno dell'intonaco, per cui appare la piú vecchia e misera del sobborgo.
Una mamma vegliava il suo bambino, angosciata dallo spavento che le potesse morire. Egli era lì pallido pallido, i piccoli occhi già chiusi, il respiro lieve come un soffio: solo ogni tanto ansava un po' più forte, che pareva sospirasse; e allora la mamma guardava la sua creatura con la espressione di un dolore ancora più intenso.
Ditelo voi chi fu, se quel che dico io vi deve soltanto far ridere. Ma liberate almeno Andrea Sanserra che è innocente. All'appuntamento egli è mancato; lo ripeto per la centesima volta. E ora parliamo di me.
C'era una volta una povera donna, che diè alla luce un figlio, al quale, poichè era venuto al mondo con la cuffia, fu predetto il giorno stesso della nascita che a quattordici anni avrebbe sposato la figlia d'un re.