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Struggevasi la moglie del bottajo Màrchica dal desiderio di desinare una volta sola almeno, nelle feste, in compagnia del marito, il quale ogni anno, il primo dí e a Carnevale, a Pasqua, a Natale, era solito di raccogliere intorno alla sua tavola parenti e amici con vivo rincrescimento della moglie, anzi a suo marcio dispetto.
Uh poi, vendere i figliuoli: come le piglia lei le cose! Non s'è voluto far danno a nessuno; anzi, il bene di tutti; e se la cosa poi è andata a finir cosí male, creda che la colpa è soltanto del buon cuore.
Faceva un freddo intenso, pungente: il cielo luccicava tutto di stelle: non tirava un alito di vento.
Pum! Ecco che una vecchia stagna da petrolio venne a colpire l'uscio di una casa. Pim! Pam! fecero i mortaretti di rimando, perchè si festeggiava l'anno nuovo. Era la notte di San Silvestro, e l'orologio della chiesa aveva sonato allora allora dodici tocchi.
Sì, proprio il piccolo Tuk. Il suo nome, veramente non era Tuk; ma, quando non sapeva ancora parlare ben chiaro, s'era chiamato così da sè. Voleva dire Carletto; e, del resto, fa lo stesso: tutto sta intendersi.
Quel giorno, Tuk doveva badare alla sua sorellina Gustava, ch'era molto più piccina di lui; e, nello stesso tempo, doveva imparare la lezione: ma le due cose non andavano troppo bene insieme.
Il lino era tutto in fiore: sai che ha certi bei fiorellini azzurri, molli come le ali di una tignola ed ancora più fini. Il sole lo illuminava; i nuvoloni di pioggia, di tratto in tratto, lo annaffiavano; e questo gli faceva bene, come fa bene ai bambini il loro bel bagno, e, dopo il bagno, il bacio della mamma. Dopo, sembrano molto più belli; e più bello diveniva anche il lino.
La tribù s‘era fermata. Aveva trovato in mezzo al deserto un vasto paese ricco d‘acqua, di prati e d‘alberi, e, involontariamente, senza che nessuno lo proponesse, invece di farvi una delle solite soste fugaci, aveva messo radice in quel paradiso, era stata avvinghiata dalla terra e non aveva più saputo staccarsene. Pareva fosse giunta a quel grado superiore di evoluzione che esclude la vita nomade…
Ogni volta che in casa del commendator Scalandri si riuniva la Commissione, i bambini venivano relegati in uno stanzone in fondo al corridoio, e per loro era una festa.
Che cosa fosse la Commissione non erano mai riusciti a saperlo.
Giantommaso Delmastro che la coca del Lingotto aveva chiamato Masin, era stato a vent’anni un buon meccanico.
La leva l’aveva trovato un po’ selvaggio, ma gli uomini svegli si rivelano sempre e lui aveva finito il servizio, seccato a morte, ma automobilista patentato dello S. M. di Napoli. La sua posizione voleva dire prigione poca e libertà di litigare coi marescialli.
— Madonna mia!... I padroncini!
Con le mani in tasca e il bastone sotto braccio, il pecoraio si era fermato ad aspettare al varco i quattro monelli che laggiù, in fondo alla strada, tiravano sassi a un albero di albicocco per farne cascare a terra le albicocchine immature. Le macchie di rovi, che formavano siepe da quel lato, e la fronda d'un grosso ulivo che sormontava il ciglione gl'impedivano di riconoscerli.