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Molti anni or sono, viveva un Imperatore, il quale dava tanta importanza alla bellezza ed alla novità dei vestiti, che spendeva per adornarsi la maggior parte de' suoi danari. Non si curava de' suoi soldati, non di teatri o di scampagnate, se non in quanto gli servissero di pretesto a far mostra di qualche nuovo vestito. Per ogni ora della giornata, aveva una foggia speciale, e, come degli altri re si dice ordinariamente: è al consiglio, — di lui si diceva sempre: è nello spogliatoio.
Corradino da poco conosceva un tale che senza che avessero gran che da dirsi, occupava qualche serata. Era Vespa, un giovanotto reduce dall’Africa, ferito e malato. Viveva al quinto piano di una casa senz’ascensore, dov’erano saliti la prima volta con Fabio nel giugno. Una sera che con Fabio erano venuti su parlando, s’era sentito toccare la porta prima ancora che bussassero ed era subito stato aperto, quasi che Vespa li aspettasse con impazienza.
Masino aveva paura di tutto, specialmente quando trovavasi solo in qualche stanza dov'era entrato credendo che vi fosse qualcuno. Vedendosi là solo solo, senza nessuna ragione cominciava a urlare pestando i piedi, coi pugni su gli occhi, tremante come una foglia…
È già la terza volta che la signorina Checca tenta di scappare di casa. Finché sta con noi, in famiglia, sembra appassionata per la casa: gira di qua, gira di là, corre verso l’uno e l’altro, curiosa e allegra, canta, si fa grattare sulla testa ed è, insomma, la nostra consolazione: ma appena è sola…
Abito in una vecchia casa che pare la bottega d'un rigattiere. Una casa che ha preso, chi sa da quanti anni, la polvere.
C'erano una volta venticinque soldatini tutti fratelli, perchè tutti fusi fuor dallo stesso vecchio cucchiaio di stagno. Avevano il fucile in ispalla, la divisa rossa e turchina, proprio bella, e tutti guardavano diritto dinanzi a sè.
Sui fienili e nelle stalle da un pezzo non volevano piú nessuno, perché poi succedeva che venivano gli altri a far rappresaglia. Davano un piatto di minestra e del pane solo a chiederlo, ma dicevano di andarselo a mangiare lontano; ci voleva un discorso ben grosso per trattenerli sulla porta. Ogni tanto pioveva e bisognava ripararsi sotto i ponti.
C'era una volta un uomo, che avea belle case e belle ville, vasellame d'oro e d'argento, mobili ricamati, carrozze tutte dorate; ma per disgrazia quest'uomo avea la barba blù; e ciò lo rendeva così brutto e terribile, che non c'era donna o ragazza che non scappasse in vederlo.
Ascoltami, disse il Demonio, posandomi la sua mano sulla testa. La contrada di cui ti parlo è una ben triste contrada nella Libia, sulle rive del fiume Zaira. E là non regnano nè riposo, nè silenzio.