Sono morto. Mi chiamavo Giovanbattista, ma tutti mi chiamavano Giogiò, perché avevo il nome troppo lungo. Nome lungo e vita breve, ma tu pensa. A ventiquattro anni sono già morto, e chi se l’aspettava.

Suonavo il corno nell’orchestra Scarlatti e, anche se mi chiamavano le orchestre dalle altre città, da Napoli non me ne volevo andare, perché mi sembrava giusto che la bellezza della mia musica restasse in una città così bella.

Quello che mi ha sparato un colpo di pistola in mezzo al petto ha diciassette anni e, quando ha sparato, ha sparato alla mia vita e pure alla sua.

Con la pistola che fumava ancora se ne è andato al bar a giocare a carte, perché dice che mica se n’era accorto che mi aveva ucciso.

Io sparavo la musica e lui sparava le pallottole, mica potevo vincere.

Giovanni Cutolo, Napoli, 2023

Fine.