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Il 12 settembre 1929, a soli trentatré anni, Italo Balbo fu nominato ministro dell’Aeronautica, carica tenuta fino ad allora dal Duce. La prima idea per una crociera aerea oltreoceano gli venne in mente durante un congresso internazionale aeronautico negli Stati Uniti, dove si convinse che il primo gruppo di aerei che avesse attraversato in formazione l’oceano Atlantico sarebbe passato alla storia.
Nel 1929 persuase l’ingegnere Alessandro Marchetti a mettere a punto per l’impresa gli idrovolanti S.55A che sarebbero andati ad equipaggiare uno stormo creato ad hoc a Orbetello. Si scelse di trasvolare l’Atlantico meridionale con dodici apparecchi, a cui la Regia Marina avrebbe fornito appoggio con cinque cacciatorpediniere.
Gli idrovolanti partirono infine per la crociera aerea transatlantica Italia-Brasile da Orbetello il 17 dicembre 1930, guidati personalmente da Balbo e dal suo secondo pilota Stefano Cagna, alla volta di Rio de Janeiro, dove arrivarono, non senza lutti e incidenti, il 15 gennaio 1931.
Note tratte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Italo_Balbo
Dall’incipit del libro:
Negli ultimi giorni di dicembre del 1928 abbandonavo New York, dopo un soggiorno di oltre un mese. Ero andato in America per assistere al Congresso Internazionale di Aviazione di Washington. Piú del Congresso m’interessava l’aviazione degli Stati Uniti, di cui, fin d’allora, si dicevano in Europa meraviglie. Aggiungo che al Congresso non potei neppure partecipare di persona, perché, mentre mi recavo da Chicago a Dayton nell’Ohio, patria di W. Wright, dove appunto si dovevano riunire i rappresentanti dell’aviazione di tutto il mondo, caddi malato. A Chicago avevo preso contatto con un primo gruppo imponente di emigrati italiani, che mi avevano offerto, secondo l’usanza americana, uno di quei colossali banchetti di 2000 coperti che servono, di là dall’acqua, alla comunione degli spiriti in una atmosfera di serena giovialità e nella simpatica confusione di tutte le classi sociali: qualche cosa che sembra rievocare nel paese degli uomini-macchina, con un tono pantagruelico, i simposii di cui i greci ci hanno tramandato la memoria (si licet… ). A Chicago, che fu la prima tappa del mio viaggio americano, ebbi dunque occasione di convincermi che gli italiani dell’America Settentrionale hanno fervido e vivo il ricordo della patria lontana, e costituiscono, nel mosaico etnico degli Stati Uniti, una forza sociale degna di tutto il rispetto dei loro connazionali della penisola.
Quante leggende corrono in Italia anche su questo argomento!
Scarica gratis: Stormi in volo sull’oceano di Italo Balbo.