Laura Cantoni Orvieto aveva implicitamente annunciato al termine del volume Leo e Lia come si sarebbe svolto il suo progetto mitologico narrativo. «Raccontami la storia del mondo, mamma» pregò Leo. «La storia del mondo è fatta di tante tante storie, e sono tutte belle. Ma non te le posso raccontare ora: sei troppo piccino.
Te le dirò quando sarai più grande: quando avrai almeno sei anni». È del 1911 il primo passo di questo progetto che si realizza con Storie della storia del mondo. Greche e barbare che presentiamo adesso in questo e-book. Avremo poi l’epopea dell’antica Roma composta da tre volumi e infine Storie di bambini molto antichi sulla mitologia greca e romana.
Se escludiamo il periodo dal 1938 alla fine della guerra durante i quali la pubblicazione di questo testo (e degli altri dell’autrice) venne sospesa in ottemperanza alle famigerate leggi razziali, Storie della storia del mondo ha conosciuto continue ristampe fino ad oggi, tradotto in tantissime lingue, persino ebraico e polacco, diventando senza dubbio l’opera più conosciuta di questa autrice. E il successo è certamente giustificato perché siamo di fronte a un sicuro capolavoro della letteratura per l’infanzia. La cornice narrativa è costituita dalla mamma che racconta ai due bambini, e in questo contesto la capacità dell’autrice di raccontare ai bambini trova una conferma di valore assoluto. Le situazioni, anche le più scabrose, della mitologia greca e delle vicende che furono alle origini della guerra di Troia, sono mediate dalla mamma che narra e diventano accessibili anche per l’età infantile nonostante i contesti diversi di tanti secoli fa.
Il racconto inizia con la vicenda di Laomedonte – alla quale fa cenno anche Omero nel canto VII dell’Iliade – così come è riassunta da Apollodoro e Diodoro Siculo; il messaggio educativo, sempre prioritario per Laura Cantoni Orvieto, prende quindi lo spunto iniziale dalla necessità di essere sinceri e mantenere le promesse, qualità nella quale Laomedonte certamente non eccelleva. I vari capitoli si susseguono parlando dell’infanzia bucolica di Paride, fino al “pomo della discordia” e al giudizio dello stesso Paride, che scegliendo Afrodite come la più bella delle dee lo condusse a rapire Elena e a scatenare la guerra di Troia. Il giuramento dei principi Achei precede i bizzarri espedienti di Ulisse e Achille per non dover lasciare la patria e andare incontro a una guerra che sarà per il primo la causa di un allontanamento ventennale dalla sua Itaca e per il secondo la prospettiva di affrontare consapevolmente una morte sicura. L’assedio decennale si conclude – e qui il riferimento dell’autrice è direttamente l’epica omerica – con la morte di Patroclo, il ritorno in campo di un furibondo Achille, la morte di Ettore e il noto espediente del cavallo di legno, unica via rimasta praticabile per espugnare la città. L’ultimo capitolo è dedicato alla fuga di Enea verso altri lidi, il che apre la strada per i successivi capitoli di questo ciclo ai quali abbiamo già fatto cenno.
L’autrice è abilissima nel presentare conoscenze, valori, modi di pensare e riferimenti comportamentali che fanno della mitologia greca una sorta di “enciclopedia tribale”, come la definì Havelock, per mezzo della quale l’antica tradizione trasmessa per via orale ha potuto assumere i connotati presenti nelle nuove forme letterarie. L’importanza di questo per tutto lo sviluppo del pensiero occidentale è evidente. Platone in Repubblica afferma che Omero ha educato la Grecia; questo perché nelle opere di Omero è racchiuso tutto il sapere dell’epoca in forma narrativa e tramite le sue opere è potuta rimanere fissata nella memoria collettiva la descrizione dei comportamenti, dell’emergere delle collettività dalle individualità, e non solo le modalità belliche ma anche la tecnica della lavorazione dei metalli e dell’agricoltura.
Nel suo percorso di educatrice Laura Orvieto ha potuto cogliere e mettere in evidenza come due funzioni fondamentali per la costruzione dell’individuo nella società che emergono dalla mitologia greca e dall’epopea omerica siano la capacità di usare le parole e il valore dell’ospitalità, che si estende a una sorta di dovere vincolante e solidale tra individui di paesi diversi. Certamente assieme all’abilità oratoria e all’ospitalità emerge tra le virtù fondamentali la capacità bellica. È forse così anche oggi; sarebbe bello vedere più spesso emuli di Diomede e Glauco che non assistere troppo spesso al ripetersi dell’ira di Achille.
Il testo nella sua prima edizione fu corredato da 12 tavole disegnate da Ezio Anichini, che riproduciamo in questo e-book. Collaboratore di importanti testate come la “Scena illustrata” e “Il giornalino della domenica”, Anichini si ispira per le illustrazioni di questo libro alle ceramiche vascolari caratteristiche della classicità greca. Contemporaneamente alla prima edizione di questo testo disegnò i manifesti per le rappresentazioni teatrali del teatro romano di Fiesole. Le vicende di questo teatro la cui riapertura fu patrocinata da Angiolo Orvieto, marito della scrittrice, sono evidente collegamento con l’ispirazione di Laura Cantoni per i temi di questo testo e anche per l’oculata scelta dell’illustratore.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Leo era nel piazzale e aveva in mano una pallina. La buttava per aria e l’acchiappava, e poi la ributtava e la riacchiappava. La Lia stava a vedere e la mamma leggeva.
— Se sei capace di pigliare la palla ti dò venti lire, – disse Leo alla Lia.
La mamma alzò la testa dal libro.
— Ma se non le hai, venti lire!
— No, ma sono sicuro che la Lia non riesce a prender la palla!
— E se per caso riuscisse, che cosa faresti tu? Dovresti fare come Laomedonte.
— Chi era Laomedonte?
— Era un re.
— E che cosa faceva?
— Prometteva senza mantenere.
— Mi racconti la storia di Laomedonte? – domandò Leo.
E la mamma la raccontò.
— Molti e molti anni fa c’era nell’Asia, vicino al mare, una città che si chiamava Troia.
Scarica gratis: Storie della storia del mondo di Laura Orvieto.