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(voce di SopraPensiero)««’A ‘nfame!» strillano i ragazzini quando vedono Amedeo. Lui neanche alza più la testa; tanti li conosce, girano lì intorno a Piazza Trilussa dentro a quelle scatolette de latta, così le chiama, altri s’accodano per sentito dire e lo bollano puntando il mento da lontano, come a confermare quello là?, poi o sputano per terra in senso di disprezzo oppure fischiano o s’avvicinano incuriositi facendo finta di niente e se Amedeo intuisce le brutte s’alza quatto, mezzo ingobbito, e a passetti veloci tela su verso Via Garibaldi».
Molto bello. Anzi: molto belli, i tre racconti del volume Storiacce romane, di Igor Artibani, Laura Costantini, Loredana Falcone e Marco Proietti Mancini (ed. Historica). Tre storie che restituiscono – nel linguaggio, nei nomi, negli ambienti – il sapore di una capitale di periferia che, pur nella più nera disperazione, non vuole rinunciare a raccontarsi e a tirar fuori quello che ha da dire. Nessun esordiente tra questi quattro autori romani doc. Titoli: «Er Boia de Trastevere»; «Daiana»; «Mi chiamo Antilope».
I. Artibani, L. Costantini, L. Falcone, M. Proietti Mancini, Storiacce romane, ed. Historica, 2014.