Ho già scritto degli Stati Generali dell’Innovazione (vedi). Ora è il momento di dare vita alla mailing-list, primo semplice strumento per entrare in contatto, scambiare idee e magari contribuire alla crescita del nostro Paese.
Iscrivetevi alla mailing-list, e mandate il vostro messaggio di presentazione. Ecco il link:
http://it.groups.yahoo.com/group/statigeneralinnovazione/
Per dare il buon esempio, ecco la mia presentazione:
sono Marco Calvo, e sono uno dei promotori degli Stati Generali dell’Innovazione. Mi occupo di Internet da molto tempo (qui ulteriori note biografiche http://www.marcocalvo.it/), in particolare curo l’associazione Liber Liber, una mediateca con libri, audiolibri e musica fuori copyright https://www.liberliber.it/.
La lunga navigazione nei mari di Internet non mi ha donato una bella carnagione abbronzata (i monitor sono ancora troppo fiochi :-)), ma mi ha dato modo di apprezzare tutto quello che il web è riuscito a fare, ma soprattutto mi ha fatto intravedere tutto quello che potrà ancora fare. Ma affinché la rivoluzione digitale giunga a maturazione, sono necessari passaggi culturali e legislativi.
Quelli culturali riguardano il modo di pensare della nostra classe dirigente. A titolo esplicativo vi invito a riflettere sul DURC. Per chi (beato lui) non sapesse di che si tratta, è un documento che attesta la regolarità contributiva di una azienda. Viene rinnovato mensilmente e solo le aziende con un DURC in regola vengono pagate dalle pubbliche amministrazioni.
Insomma, il DURC è uno stratagemma che serve a costringere le imprese ad essere fiscalmente leali con i propri dipendenti. In una nazione nella quale i cittadini fanno dell’evasione fiscale uno sport praticato con estro, è giusto che lo Stato adotti altrettanta fantasia per contrastarla.
Il problema qual è? Il DURC viene concepito, se non ricordo male, nel 2003-2004, comunque sia a rivoluzione Internet abbondantemente avvenuta. E’ una informazione digitale (l’anagrafe tributaria è digitale da un pezzo), eppure i nostri legislatori hanno previsto che il DURC sia un documento cartaceo, spedito per raccomandata alle aziende richiedenti, che a loro volta – sempre per posta cartacea – devono inoltrarlo all’ente pagatore. Il quale lo ri-trasformerà in una informazione digitale.
Emerge subito la totale idiozia di questi passaggi. Fra l’altro, nel momento in cui il DURC diventa cartaceo, succedono varie cose, tutte negative:
- i tempi di pagamento della PA, già lunghissimi, si dilatano ulteriormente. E nonostante le promesse, i tempi di emissione del DURC si avvicinano ai due mesi, spesso quindi arriva già scaduto;
- i costi si moltiplicano: la richiesta e la spedizione del DURC comportano un aggravio di circa 30,00 euro a fattura; per le piccole aziende che ne emettono centinaia è una ulteriore, indebita, tassa;
- il documento diventa molto facilmente falsificabile.
L’alternativa esiste. Se il dirigente che ha concepito il DURC avesse pensato a Internet, sarebbe stato assolutamente banale costruire una semplice pagina Web nella quale gli enti pagatori avrebbero potuto inserire il codice fiscale dell’azienda da controllare. La risposta sarebbe arrivata in pochi secondi, non sarebbe stata falsificabile, e il tutto non avrebbe avuto alcun costo.
Questo è solo un esempio, ma se ne possono fare un milione, di ciò che il web rende possibile, ma che non viene fatto perché è ancora necessaria una crescita culturale di chi ci governa.
Per quanto riguarda gli aspetti legislativi, ci sono mille barriere da abbattere, e alcuni diritti da proteggere. Non voglio tediarvi con uno sterminato elenco, mi limiterò a fare rapido cenno alle enormi opportunità offerte dai micropagamenti, che richiedono vere liberalizzazioni del mercato perché si possano compiere, e ai diritti dei consumatori, sostanzialmente lasciati a se stessi quando si muovono nel web (sono fatti di cronaca di questi giorni le politiche discutibilissime della Sony nei confronti dei clienti dei suoi servizi online, e di molte altre aziende, grandi e piccole). Se vi interessano questi temi, ne potremo parlare qui in lista.
Tornando all’oggetto di questo messaggio, collaboro agli Stati Generali dell’Innovazione perché so che unendo le forze troveremo il modo di far evolvere la rivoluzione web anche in Italia. Confido che vorrete dare una mano.
Ciao.
Per saperne di più sugli Stati Generali dell’Innovazione: http://www.statigeneralinnovazione.it/