Dal nome di Johann Gänsfleisch zur Laden zum Gutenberg (Magonza, 1394-1399 circa – Magonza, 3 febbraio 1468), tipografo ed orafo tedesco, inventore della stampa a caratteri mobili in Europa).

Scoperta e descritta su se stesso dal dott. Stefano Kong-Marcelli nel 1990 e successivamente confermata e approfondita dal dott. prof. Cantelmo Pelagio D’Emilio, la Sindrome di Gutenberg consiste in un comportamento nevrotico-compulsivo, che appare in soggetti affetti da mania o come espressione maniacale nel disturbo bipolare, nel disturbo della personalità e raramente nella depressione maggiore. Dopo un periodo di sintomi aspecifici della sfera emotiva (apatia, indifferenza emotiva, disattenzione, bizzarria), la cui durata varia dai 6 mesi a 1-4 anni il paziente si convince di possedere un talento specifico in campo letterario, più spesso narrativo che saggistico. Ciò lo induce a comporre uno o più «manoscritti» e a richiederne la lettura ai familiari e agli amici più intimi per ottenerne un giudizio di stile e contenuto. A causa della non accettazione inconscia dei giudizi negativi, indifferenti o vagamente elogiativi ricevuti, e dal fallimento di ogni tentativo successivo di pubblicazione presso gli editori, la compulsione alla spedizione con richiesta di lettura si trasferisce su parenti lontani e conoscenti, infine su persone individuate a caso dagli elenchi telefonici e da gruppi di discussione e mailing list sul Web.

«Unico scopo della S. di Gutenberg è quello di sostenere un’autostima precaria» (Salmon B., Trot J., Coregon L. et al. in Annales of Psychotherapy 3/10 june 2003), indebolita da eventi stressanti duraturi (disoccupazione, matrimonio, allevamento, guida prolungata di scrivanie dotate di Word Processor, lavoro impiegatizio). La S. di Gutenberg si aggrava in speciali occasioni, quali la pubblicazione del libro di un amico affetto dallo stesso problema o la lettura di best-seller ritenuti dal malato solitamente di infima qualità e/o pubblicati grazie a mercimonio generico, nel caso di autore maschile, o di mercimonio corporale, nel caso di autrice.

Sintomo conclusivo è spesso quello definibile “biblioaccattonaggio”, che consiste nel proporre a ignari passanti, con un grado più o meno severo di indifferenza verso la lettura, per lo più in occasione di fiere librarie o agroalimentari, del proprio libro stampato a pagamento.

Fatti salvi alcuni rari casi in cui il paziente si trasforma dapprima in editore delle proprie opere e poi di quelle altrui con il fine di individuare altri «veri talenti» affinché non subiscano i rifiuti di pubblicazione da lui sofferti, la S. di Gutemberg è benigna, ed è “risolvibile con trattamenti di tipo psicoterapico comportamentale cognitivo” (Carp M. The Psychiatrist iii-10 124-128, Tink J-P.Pyndaric Fly and Gutenberg’s Syndrom Effective Cognitive Treatments).

Le modalità note di insorgenza e trasmissione sono per generazione spontanea (Elia Spallanzani, 2005) e per contagio (Trojan, 2006).