Podcast: Apple Podcasts | RSS
(voce di SopraPensiero)
Il 12 dicembre 1916 il cancelliere tedesco Theobald von Bethmann Hollweg lancia una proposta di negoziato di pace. Lo scopo era, secondo la maggioranza degli storici, indebolire i governi dell’Intesa e cercare di tenere tranquilli gli Stati Uniti.
Sidney Sonnino rispose in parlamento il giorno successivo e spiegò il 18 dicembre le ragioni per le quali i governi dell’Intesa rigettavano le proposte germaniche.
Angelo Gatti, a fianco di Cadorna durante la guerra allo scopo proprio di documentarne gli aspetti che sarebbero passati alla storia, pronunciò questo discorso il giorno prima della proposta tedesca e ne previene i possibili effetti su truppe e popolazione, con una intensa retorica bellica diretta a uomini al fronte e donne nelle case, e rinsaldando gli scopi bellici agli “utili” della società civile.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Signore e Signori,
Vengo dai luoghi dove si combatte, per dirvi la bellezza, la gioia, la forza, la necessità di un atto, che prima sembrava umile e doloroso, ed ora è apparso grandissimo e magnifico: servire! Accettare con tutta la mente, consentire con tutto l’animo: confondersi, pur essendo consci di sè, fra gli innumerevoli combattenti che dal Carso, per la Carnia e il Cadore, campeggiano sulle torri del Trentino e sui gioghi della Valtellina; essere una piccola cosa, niente altro che un numero, ma obbediente a un volere superiore, ma parte di quel tutto divino che è la patria: servire! Dimenticare di essere stati ansiosi soltanto di noi e delle nostre piccole cure, aspri alla nostra felicità, industriosi del nostro bene, gelosi di quella che chiamavamo libertà ed era, piuttosto, egoismo e interesse: e guardare con occhi fermi splendenti anche la morte, la grande amica, se per essa si va alla vittoria. Morti per l’Italia, io vi chiamo testimoni di ciò che dico. In piedi, morti! Levatevi voi, dalle trincee, dai boschi, dalle acque, dalle voragini dei monti, folle senza nome e senza voce: voi, contadini che guidavate l’aratro, operai che curvavate il ferro, impiegati che penavate nella oscura bisogna giornaliera della città! Per voi, per gli umili, per gli ignoranti, per i poveretti, che sentivate e non potevate spiegare, che sapevate e non potevate dire; uguali ai grandi nel singhiozzo ultimo, composti in pace dalle stesse mani dei commilitoni, sconosciuti finchè l’ultimo gesto vi faceva balzare così alti nel cielo d’Italia, che mai più nessuno volerà più alto; per voi io giuro, che nulla è più necessario e più bello di servire la patria.
Scarica gratis: Servire! di Angelo Gatti.