Una genia di gradassi politici della Germania del dopoguerra si sono completamente inchinati alle volontà di USA e URSS, ora solo di USA e Scholz non varia postura
Olaf Scholz si erge oggi come il più recente protagonista della tradizione tedesca di subalternità alle potenze straniere. La sua decisione di schierare i missili Tomahawk statunitensi in Germania, annunciata senza alcun preavviso ai suoi stessi alleati politici, ricorda la politica dei cavolfiori: grande e imponente all’apparenza, ma alla fine priva di sostanza. Come un cavolfiore che, dopo essere stato bollito e sminuzzato, si confonde nel minestrone insieme agli esili fagiolini e zucchine, così anche la politica di Scholz si dissolve in un miscuglio indistinto di azioni e reazioni prive di una chiara direzione.
Il cancelliere ha recentemente comunicato al vertice Nato di Washington la sua decisione di reintrodurre armi a lunga gittata nel Paese, per la prima volta dalla fine della Guerra Fredda, in grado di colpire direttamente la Russia. Una scelta che ha sollevato un coro di critiche non solo da parte dell’opposizione, ma anche all’interno della sua coalizione di governo e del suo stesso partito. I Verdi, alleati nella coalizione Semaforo, hanno denunciato la mancanza di coinvolgimento dei cittadini tedeschi in una decisione di tale portata, mentre molti deputati della SPD si sono dichiarati contrari alla mossa di Scholz.
La reazione del cancelliere, peraltro, è stata altrettanto insoddisfacente. Pur difendendo la scelta come “buona e giusta”, Scholz ha sottolineato la necessità di difendersi da un possibile attacco russo, in un contesto geopolitico reso ancora più teso dalla presunta minaccia di un piano russo per assassinare l’amministratore delegato di Rheinmetall. Tuttavia, la mancanza di trasparenza e il metodo autoritario con cui ha gestito la questione non hanno fatto altro che aumentare le preoccupazioni e le critiche nei suoi confronti.
La politica del cavolfiore: un minestrone di azioni inconsistenti
La politica di Scholz si è rivelata un minestrone in cui tutto e il contrario di tutto trova spazio, senza una coerenza strategica o una visione a lungo termine. Il cancelliere sembra voler essere il protagonista di questo minestrone, cercando di far emergere la sua figura su tutte le altre. Tuttavia, come nella ricetta siciliana della minestra di cavolfiore, che con solo due ingredienti semplici e genuini può diventare una prelibatezza, anche la politica avrebbe bisogno di chiarezza e semplicità per essere efficace.
Invece, Scholz sembra destinato a confondersi in una miscela di scelte contraddittorie e mal comunicati. La sua decisione di introdurre i missili Tomahawk in Germania è solo l’ultimo esempio di una serie di mosse che dimostrano una mancanza di visione e una propensione a seguire le direttive americane senza considerare le reali necessità del proprio paese e dei propri cittadini. Questa subordinazione agli Stati Uniti ricorda tristemente l’atteggiamento di altri leader tedeschi del dopoguerra, che hanno preferito inchinarsi alle volontà di potenze straniere piuttosto che perseguire una politica indipendente e sovrana.
La mentalità di una birreria: tra sogni di grandezza e realtà economiche
Non è difficile immaginare che Scholz abbia formato la sua mentalità politica nelle birrerie tedesche degli anni ’70 e ’80, dove una massa indefinita di giovani teutonici sognava un nuovo riscatto nazionale. Il sogno della riunificazione tra RFT e DDR era allora visto come un obiettivo da perseguire, facendo pagare il conto agli altri paesi europei. Questo atteggiamento si è concretizzato nella successiva attribuzione del valore dell’euro, che ha indubbiamente avvantaggiato la Germania a discapito di altri membri dell’Unione Europea, rendendola la signora dello spread.
Scholz sembra aver ereditato questa mentalità, incapace di staccarsi da un approccio che vede la Germania al centro dell’Europa, beneficiaria delle disgrazie altrui. La sua recente politica di difesa, che include il controverso schieramento dei Tomahawk, ne è un’ulteriore dimostrazione. Pur in un contesto economico interno sempre più difficile, con una Germania che fatica a mantenere il suo ruolo di locomotiva europea, il cancelliere continua a cercare di rafforzare la sua posizione attraverso alleanze militari e accordi internazionali che non tengono conto delle reali esigenze del paese.
Il ruffiano politico: Scholz e la ricerca di approvazione americana
Il ruffiano, nella sua essenza, è colui che adatta le proprie dichiarazioni e azioni per compiacere un gruppo specifico, al fine di guadagnare consenso e approvazione. Scholz, ora che l’economia tedesca mostra segni di debolezza, sembra aver abbracciato questa pratica, cercando di presentarsi agli occhi degli americani come il migliore e più affidabile dei partner. La sua adesione al programma dei Tomahawk appare come un tentativo di ottenere vantaggi e onori dagli Stati Uniti, anche a costo di suscitare malcontento e divisioni all’interno del suo stesso paese.
La Germania di Scholz, quindi, non si discosta dalla tradizione dei gradassi politici del dopoguerra, pronti a inchinarsi alle volontà delle potenze straniere pur di mantenere un’apparente posizione di forza. Ma questa politica del cavolfiore, che si presenta imponente e promettente ma che alla fine si dissolve in un miscuglio di decisioni incoerenti, rischia di danneggiare gravemente la credibilità e la stabilità della Germania stessa.
Il riflesso sull’Italia: una nazione trascurata
In questo scenario internazionale, l’Italia di Giorgia Meloni appare come una comparsa di secondo piano. Meloni, che si vede consegnare solo una batteria di missili a corto raggio da affiancare alle forze della base USA a Vicenza, si rende conto di quanto poco conto abbia il suo paese agli occhi delle potenze maggiori. Da un lato, può tirare un sospiro di sollievo per non dover affrontare troppe rogne con le opposizioni interne, ma dall’altro si macera di invidia e rabbia nel vedere come la Germania ottenga sempre di più in termini di supporto e riconoscimento internazionale.
Conclusioni: una politica del cavolfiore che lascia l’amaro in bocca
La recente scelta di Scholz di schierare i missili Tomahawk statunitensi in Germania rappresenta un ulteriore passo in una politica del cavolfiore che si dimostra ogni giorno più insoddisfacente. Una politica che, come un minestrone, mescola tutto e il contrario di tutto, senza una chiara direzione o coerenza strategica. Invece di perseguire una visione indipendente e sovrana, Scholz continua a seguire la tradizione di subordinazione alle potenze straniere, cercando di compiacere gli Stati Uniti nella speranza di ottenere vantaggi a breve termine.
Ma come un cavolfiore che si dissolve nel minestrone, anche la politica di Scholz rischia di perdere di sostanza, lasciando la Germania vulnerabile e priva di una chiara direzione. Il cancelliere farebbe bene a rivedere la sua strategia, cercando di costruire una politica più trasparente, coerente e realmente indipendente, capace di rispondere alle esigenze del suo paese e dei suoi cittadini senza piegarsi alle volontà di potenze straniere. Solo così potrà evitare di essere ricordato come l’ennesimo politico gradasso che ha preferito seguire il vento piuttosto che tracciare una rotta chiara e decisa per la sua nazione.