Emilia-Romagna e Umbria sanciscono l’irrilevanza di Italia Viva, Azione e +Europa. Nessun consigliere eletto, solo proclami e recriminazioni.
Calenda il Piacione
Carlo Calenda si presenta ancora una volta come il leader che sa tutto ma non convince nessuno. La sua proposta di un Election Day annuale per ridurre l’astensionismo suona tanto pragmatica quanto inutile: una toppa su un vestito ormai stracciato. Il problema non è la frequenza delle elezioni, ma la credibilità dei candidati. La sua immagine di “manager della politica” si è rivelata un’arma spuntata, incapace di attrarre sia voti che fiducia.
Renzi il Giullare
Matteo Renzi, maestro della retorica vacua, festeggia nonostante lo zero assoluto: un triplo salto mortale per mascherare l’irrilevanza politica di Italia Viva. Tra battute sui numeri e autocelebrazioni, si nota un inquietante scollamento dalla realtà. Il giullare di Rignano continua a danzare mentre la nave affonda, come un moderno Trimalcione impegnato a celebrare un banchetto elettorale che nessuno ha voluto.
Magi il Bimbotto
Riccardo Magi, leader di un +Europa ridotto all’ombra di se stesso, dimostra come la sopravvivenza politica non possa basarsi su slogan e nostalgie radicali. La sua assenza di strategia e la dipendenza dalla memoria di Emma Bonino hanno fatto perdere al suo partito anche quel minimo di riconoscibilità che gli restava. Magi sembra un bimbotto che gioca con la politica senza capirne le regole.
La convivenza impossibile
Quando Renzi, Calenda e Magi erano a due a due in tempi differenti insieme, il loro rapporto era un mix tossico di ambizione e risentimento. Si odiavano a fasi alterne, eppure già allora non rappresentavano altro che se stessi. Nessuno era disposto a cedere spazio all’altro, con il risultato che il Terzo Polo si è sbriciolato prima ancora di costruire una base solida.
Divisi per perdere
Da separati, il risultato è stato ancora più disastroso. Corse in solitaria, veti incrociati, e una lotta per un pugno di voti che non ha portato alcun beneficio. Le ultime elezioni regionali ne sono l’ennesima prova: nessun consigliere eletto, solo un triste spettacolo di recriminazioni reciproche.
Corpuscoli senza peso
Renzi, Calenda e Magi sembrano corpuscoli politici che esistono solo nelle loro menti. Fuori dai riflettori, il loro peso specifico è nullo. Pretendono di rappresentare un elettorato che non esiste più, mentre i numeri elettorali li relegano alla pura irrilevanza.
Promesse e illusioni
Le dichiarazioni trionfali e le promesse roboanti non hanno fatto presa su un elettorato che li considera, nel migliore dei casi, inaffidabili. La retorica riformista, svuotata di contenuti, è diventata un’eco vuota in un panorama politico che chiede concretezza.
Personalità prima degli interessi collettivi
La vera tragedia è che questi leader non rappresentano alcun interesse collettivo. La loro ossessione per la visibilità personale ha cancellato qualsiasi progetto politico serio. Il Terzo Polo non è mai stato un’idea, ma solo un’accozzaglia di ego incompatibili.
Attacchi suicidi
Si scagliano contro i giganti politici con la stessa efficacia di moscerini contro una corazza. Non sono caccia armati di strategie, ma insetti ronzanti destinati a essere ignorati. Le loro lotte interne hanno solo accelerato il loro isolamento.
La parabola discendente
Se avessero un minimo di lungimiranza, si ritirerebbero in buon ordine. Invece, continuano a esibirsi in politica come ronzini sfiancati, incapaci di accettare che il loro tempo è finito. Questo accanimento fa pensare che abbiano ancora qualcosa da difendere, ma di certo non è l’interesse pubblico.