Un quotidiano nazionale mi ha chiesto di scrivere un articolo sui “micropagamenti”, ovvero su ciò che, a mio modo di vedere, manca affinché la rivoluzione Internet si possa dire compiuta.
In un sondaggio di Pagina Tre tutt’altro che scientifico (vedi sotto), con appena 31 voti, è emerso che il 65% degli utenti non sa cosa è un micropagamento. Se allargassimo il campione a tutto il territorio nazionale, credo che arriveremmo al 90% e oltre di Italiani (e probabilmente di utenti Internet nel mondo).
Eppure il micropagamento, ovvero il pagamento di una piccola somma di danaro attraverso strumenti informatici, ha potenzialità enormi. La trasformazione dei quotidiani, dei libri, della musica e dei film in “file” digitali sta azzerando i costi di supporto (le memorie digitali sono infinitamente più efficienti nel memorizzare informazioni della carta, dei dischi in vinile, delle pellicole, ecc.). La connettività Internet, sempre più ampia, sempre più economica, sempre più diffusa, ha reso la trasmissione di questi contenuti velocissima ed economica. Una “Divina Commedia” in carta, acquistata da uno studente tedesco, impiega giorni e grandi quantità di energia per viaggiare dall’Italia alla Germania. La “Divina Commedia” in formato e-book impiega pochi secondi e costi tendenzialmente nulli.
Internet ha dunque realmente rivoluzionato due dei tre elementi costitutivi della trasmissione del sapere: la memorizzazione delle informazioni e la loro trasmissione. Ma a tutt’oggi non è ancora riuscita a rendere efficiente il terzo elemento: la remunerazione.
Esistono, certamente, le carte di credito, i bonifici, le piattaforme come PayPal. Ma tutti questi sistemi soffrono di gravi problemi. Alcuni, come le carte di credito, sono vulnerabili ai furti ed espongono l’acquirente a un trattamento illecito dei propri dati personali. I bonifici sono accessibili solo a chi dispone di un conto in banca, sono lenti, costosi, troppo complessi per piccoli pagamenti. Sistemi come PayPal sono poco diffusi, e spesso soffrono anche loro di problemi di privacy e sicurezza.
La soluzione c’è, ma è osteggiata da chi gestisce i “vecchi” sistemi di pagamento, anche attraverso leggi che danneggiano mercato e concorrenza.
Vorrei raccontare tutto questo nel modo migliore, per raggiungere il maggior numero possibile di lettori. Vi chiedo perciò di darmi una mano. Economisti, giuristi, tecnici, tutti possono dare il proprio contributo attraverso informazioni, dati, riscontri, idee. Così da scrivere insieme un articolo chiaro e ben documentato. Se vuoi collaborare, scrivi un commento a questo articolo, o scrivimi attraverso questo form: http://www.marcocalvo.it/email/.
Il sondaggio sui micropagamenti: