(voce di SopraPensiero)

Pubblicato Problemi della scienza di Federigo Enriques.

Pubblicato per la prima volta nel 1906 quest’opera è il «frutto di una riflessione maturatasi durante il decennio fra il 1890 e il 1900» (come afferma l’autore nella prefazione alla prima edizione. La seconda edizione del 1909 è stata notevolmente ampliata e ricomposta, e ristampata poi con qualche correzione e una nuova prefazione nel 1926).
Tra il 1909 e il 1914 ebbe ampia risonanza internazionale godendo di traduzioni in inglese, francese, spagnolo, tedesco e russo. Il testo è in realtà, come dice Pierre Boutroux nella recensione pubblicata su Scientia 1907 p. 338, «una teoria completa della conoscenza». Partendo da alcune considerazioni sulle generalizzazioni da cui derivano alcuni postulati della geometria, l’autore sviluppa la sua concezione della formazione delle teorie scientifiche come opera in divenire storico da parte di più autori, risultando così precursore delle riflessioni che caratterizzeranno poi il pensiero di Kuhn e di Lakatos. Anche in fisica e chimica le teorie derivano dalla generalizzazione di esperienze reali.

Note biografiche a cura di Catia Righi e Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Una riflessione, maturatasi durante il decennio fra il 1890 e il 1900, ci ha condotto alla critica di taluni problemi che si riferiscono allo sviluppo logico e psicologico delle conoscenze scientifiche; i quali vengono qui trattati come «problemi della Scienza».
Il disegno dell’opera può dirsi fissato (all’infuori dell’ultimo capitolo) fino dal 1901, anno in cui cominciammo ad esporre le nostre vedute sull’argomento, in varie lezioni e conferenze; la disposizione formale della materia non ha subìto dopo allora che lievi ritocchi.
Lo spirito generale della trattazione può difficilmente essere spiegato in rapporto alle distinzioni filosofiche delle scuole. Vorremmo caratterizzarlo come critico e positivo ad un tempo, poichè crediamo veramente d’interpretare in modo più chiaro e scientifico, e di conciliare senza transazioni eclettiche, i suddetti indirizzi speculativi da cui fu stimolato agl’inizi il nostro pensiero; ma non ci dissimuliamo che profonde differenze separano le idee esposte in questo libro da quelle che corrono sotto il nome di positivismo critico. La lettura del primo capitolo d’introduzione è già sufficiente a mostrarlo.