Mettiamo online volentieri tre poesie del giovane marchigiano Christian Iacomucci, tratte dall’antologia Lo spreco dei vent’anni pubblicata nel 2009 dalle edizioni Artemisia.

Le labbra di Luce

Cascinale d’ardesia
casolare brunito nel tempo
intro la mente
Terrazze soltanto
tendaggi che cingon sospesi
nella mia mente
Terrazze sospese nient’altro
Fuorché la brezza il respiro
suadente campestre
-d’in sul displuvio, miei sensi
trastulli deposti, e rapiti lassù:
Labbra lucenti
in aureole cangianti,
smisurato tramonto.

Ombre screziate, fresche e fruscianti fra i colli

Trafficano sfere il vespro,transitano a raffiche
svelandosi stormi sorrisi dai palmi stracolmi

Tramonto ch’esplode/Apoteosi di fari
Balenio ardente, brillii d’archi in cielo di
perle filanti, dripping & getti

Pregi gemelli a scrigni scagliati- mercurio colato
su cerchi di cedri, aranci che sprizzano, Mogani
schiusi e scalfiti con sgorbie stellari, spasmi d’iddio
d’ebano a tratti su tela turchese diafana e pronta:

S’issa ed espande la notte d’un equilibri’ormai rotto.
Niente più tinte su le terrazze non più bagliori-
Cascinale d’ardesia cinto di veli, fasci di veli e ancor
brani odorosi di notte blu pelle, d’aroma muliebre,
sfumature scarmigliate lungo tutto l’orizzonte

-labbra in nerochina firmate con l’oro.

La stanza è satura del tuo sguardo,
Bed-room eyes

Coricate sul concavo piano inferiore degli occhi tuoi
due semilune brunite; le iridi snocciolates’in
prismi intarsiati ch’effondono un languido sguardo
stranito, resomi ora soltanto dagli umori promiscui.

Nel ruotar sibilano i cardini delle tue palpebre
Dalle fessure battenti degli occhi perforano ancora
due daghe, due gocce che d’ombre fan transumanze
di felci di pollini e gazze, bardando la stanza.

Sgorgano boschi emissari dalla tua conca cigliata,
panorami frangiati dei declivi fioriti più alti:
gli ultimi strati celesti ch’oscillano al suolo,
il manto primissimo dei muschi sospesi.

Glauco il damasco piumeggia sott’ogni passo, dai
globi tuoi annunciato, brandendo fragranti gladioli.
quest’ultimi tumidi attimi aperti fan grondar schegge,
bave di stella da madide mura e soffitto ammaliati.

Natale

Lo smeraldo intagliato della tua bocca
il riverbero d’acquamarina in riflussi destati
Rossoerotismo in torsioni avvinghiate
Rubino acceso.

Gli sbuffi aeroplani scalando spossati ti
slittan via- vette cobalto, smussate: Nuda
trapunta, su me le tenere turgide membra torpenti,
Campitura adagiata.

Finestre Libertà:
Simmetria castonata di strali riflessi incrociati
Sorgente & Aquilone congiunti in me ch’emunto
in te a maggese mi spando, di quiete forese
nel soffice asilo soffuso.

Il sito dell’editore: http://www.artemisiacontemporanea.it/