Nel 1875, tre anni dopo la pubblicazione del fortunato Plutarco femminile, Fanfani dà alle stampe questo volume come Libro di Lettura e di Premio per le Scuole del Regno (quei libri cioè che a fine anno scolastico venivano proposti come dono nelle cerimonie di premiazione degli alunni meritevoli).

L’espediente narrativo è questa volta quello di far parlare un morto: il sottotenente dei Bersaglieri Rodolfo L. da Siena, ucciso in Sicilia con un colpo inferto in fronte “da una carabina brigantesca”. Il libretto di Ricordi emerso dal suo baule di soldato contiene le parole che l’amoroso e dolente padre Alberto si incarica di rendere pubbliche, affidandone la cura all’antico maestro del giovane.

I Ricordi di Rodolfo contengono il racconto di 42 esistenze esemplari e di due “ritratti collettivi” (l’Accademia del Cimento e La battaglia di Custoza), intervallate da note di diario, riflessioni e lettere ai genitori lontani.

A commentare le Vite emendandone le sviste dovute «alla condizione dell’animo di Rodolfo in quei momenti in cui anch’egli era per sguainare la spada per l’ultimo riscatto della terra italiana», e a trarne insegnamento di lingua, di orgoglio ed amor patrio, è una scolaresca di ragazzi guidata dallo stesso maestro, le cui riflessioni, commenti, dialoghi con gli allievi (che costituiscono la cornice narrativa delle biografie) rappresentano il pensiero e le polemiche di Pietro Fanfani.

Tocca così in sorte al povero Rodolfo, oltre a morir per la Patria, l’aver la lingua corretta da una scolaresca di saccenti e dal loro maestro, dando così da morto un ulteriore contributo all’unità – questa volta linguistica – d’Italia.

Sinossi a cura di Alberto Montemagni

Dall’incipit del libro:

Rodolfo L… di Siena fu un bravo luogotenente de’ bersaglieri. Di vent’anni, nel sessantasei, egli entrò volontario nell’Esercito italiano come semplice soldato per combatter la guerra dell’Indipendenza italiana.
Aveva studj ed ingegno; fisonomia maschia e dolce ad un tempo; modi severi e cortesi; educazione raffinatissima; tutte cose che non potevano non procacciargli la stima e l’affetto di ognuno.
Fece la campagna, e sotto il comando di Nino Bixio si segnalò per il suo valore ed ebbe lodi e premio, chè n’uscì sott’ufficiale. Terminata la guerra, e continuando egli a servire come soldato il proprio paese, le ore brevi di riposo che all’ufficio suo erano consentite, le spendeva tutte in utili e dilettevoli studj, di guisa che nel 1866 si era acquistato meritamente le spalline di sottotenente.
Di guarnigione a Firenze, egli ebbe sui primi del 70 l’ordine di recarsi nella Sicilia, dove i briganti avevano cominciato a rialzare il capo e ad infestare quelle campagne. Il nostro Rodolfo obbedì; ed anche in quell’impresa lunga, penosa e piena di rischio, diede riprova di quel che valesse; tantochè pochi mesi dopo si vedeva sul suo petto anche la medaglia del valor militare, e il ministro della guerra col mandargli il brevetto di luogotenente gli aveva scritta una lettera da far venire l’acquolina in bocca all’ufficiale più provato.
Ma quantunque i nostri bravi soldati facessero prodigi di annegazione e di valore, il brigantaggio non iscemava se non poco o nulla, e se oggi riuscivano a fare scomparire cinquanta malfattori da un punto, domani se ne vedevano apparire sessanta in un altro punto dell’isola, e con essi un diluvio di disgrazie, di ricatti e di delitti da far raccapriccire. E i nostri soldati a correr pazienti e infaticati, e a lasciar in quei dirupi la vita preziosa, lontani dalle loro famiglie e, diremo così, dal consorzio civile. La stessa cosa che morire in una selva divorati da bestie feroci.

Scarica gratis: Plutarco per le scuole maschili di Pietro Fanfani.