(voce di SopraPensiero)

Questo articolo è un redazionale promosso da HairClinic.

Al di là di ogni motivazione “pratica”, la perdita di capelli è soprattutto uno choc psicologico, perché viene interpretata come segno di invecchiamento e di decadimento estetico. E non dobbiamo pensare soltanto a un’esigenza dei nostri tempi: già nell’Antica Roma Giulio Cesare camuffava la sua incipiente calvizie con un riporto di capelli, sovrastato da una corona d’alloro, mentre si è scoperto che con le rigogliose parrucche di riccioli impiegate dal Re Sole Luigi XIV erano principalmente un metodo per camuffare le zone prive di capelli del suo cranio.

Addio antiestetici riporti. Ancora oggi, non è bassa la quota di persone che ricorrono ad artifici più o meno bizzarri e spesso improbabili, a cominciare da antiestetici riporti di capelli, uso di polveri coloranti o addirittura tatuaggi permanenti, che in realtà hanno l’effetto contrario di evidenziare ancor di più la «piazza pelata». Funziona invece meglio l’autotrapianto, anche se anche questo rimedio presenta delle controindicazioni, motivo per il quale la scienza è sempre alla ricerca di nuove soluzioni.

Un problema comune. E così, per smentire la nota battuta (attribuita a Maurizio Costanzo o al noto fumettista Jacovitti, ma più probabilmente di paternità incerta) secondo cui “l’unica cosa che ferma la caduta dei capelli è il pavimento”, i ricercatori stanno studiando metodi sempre più innovativi e validi per contrastare la perdita dei capelli e la calvizie, un problema che affligge 8 milioni di uomini italiani, cui si accompagnano almeno 6 i milioni di donne che soffrono di diradamento dei capelli.

La scoperta dell’insulina. L’ultima scoperta riguarda gli effetti dell’insulina, l’ormone prodotto dal pancreas per controllare il livello di zuccheri nel sangue: oltre ai noti impieghi come terapia salvavita per curare i malati di diabete, infatti, un nuovo possibile campo di applicazione è proprio la lotta all’alopecia, grazie alla possibilità di ripopolare le aree diradate del capo.

Come funziona. Come spiegato proprio dagli scienziati di HairClinic, l’ormone interverrebbe direttamente sui follicoli che risultano non ancora atrofizzati, ovvero ancora reattivi e in grado, se stimolati correttamente, di far ricrescere i capelli. E l’insulina, appunto, svolge un ruolo chiare per portare sostanze nutritive utili ed efficaci nelle aree diradate e per rinforzare l’intero parco follicolare, attraverso una separazione cellulare con la quale, nel corso delle terapie, si isolano le migliori molecole del sangue stesso del paziente per poi iniettarle nuovamente nel suo cuoio capelluto.

Uso innovativo. Questo trattamento innovativo, definito di medicina rigenerativa bSBS, è quello che al momento sta offrendo i riscontri migliori nel contrastare gli effetti dell’alopecia, dimostrandosi allo stesso tempo una terapia non invasiva né chirurgica, ma soprattutto duratura ed efficace nel tempo, nonché applicabile ai diversi casi di calvizie e in pazienti con storie cliniche differenti.

Uno choc sociale. L’obiettivo finale è restituire serenità a chi sperimenta il “dramma” della perdita dei capelli, che molto spesso provoca un senso di insicurezza e inadeguatezza in ambito sociale. D’altra parte, la nostra società contemporanea ripone sempre più nell’immagine – e quindi anche nei capelli, uno dei primi aspetti su cui casca il nostro sguardo – significati distintivi e complessi. In generale, secondo gli psicanalisti, la perdita dei capelli può essere subita come una sorta di regressione a uno stato asessuato e infantile, e nel contempo come perdita di potenza.

Stress psicologico. Se, infatti, dal punto di vista biologico i capelli non hanno scopo funzionale, fatto salvo quello di protezione dagli agenti atmosferici e dagli urti, dal punto di vista psicologico servono a essere ammirati ed esprimere consciamente o inconsciamente messaggi sociali di diversa natura e complessità. Pertanto, non va sottovalutato il disagio che deriva dalla calvizie o da patologie come alopecia androgenetica di tipo maschile o femminile o di alopecia areata o universale, e sarebbe anzi sempre consigliabile rivolgersi a figure professionali sia per il supporto psicologico che, eventualmente, per il trattamento per la ricrescita.

Fonte: hairclinic.it