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(voce di SopraPensiero)Racchiudere la bellezza di una città d’arte senza tempo in poche pagine? Esperienza esaltante e difficile che richiede sintesi ed analisi allo stesso tempo; infatti Firenzerappresenta una delle realtàpiùricche di storia, tradizioni ed aneddoti ; ed è in grado di garantire una commistione di arte, architettura e panoramiche per l’anima, il cuore ed il cervello facendo crescere la voglia di connettersi con un passato che rielaborato si proietta nel presente. Franco Cardini lo ribadisce con efficacia nel suo saggio «Piccola Storia di Firenze» (Pacini Editore, 2003).
Lo scrittore è un fiorentino verace, appassionatodi storia, non in senso cronologico, o come noiosa descrizione di fatti concatenati con fredde definizioni provenienti dalla sequenza causa-effetto (ottime e nobili disquisizioni, ma la storia ha talvolta bisogno anche di semplicità)ma come dinamiche ed eventi con tempo, spazio e personaggi che hanno reso grandiosa l’esistenza di questa piccola ma grande realtà urbana.
Piccola ed allo stesso tempo grande appunto, bottega di genialità,sacrificio e lavoro portato avanti con passione: la città gigliata è oggetto di una narrazione affrontata con genuinità e voglia di scoprire i segreti più nascosti, anche nell’analisi dell’approccio delfiorentino. È affascinante questo percorso fra i vicoli, le strade, e le piazze protette dalle colline che si riflettono sull’Arno e che regalano magici momenti di riflessione.Dalle origini sino a fine ottocento, la «Piccola Storia di Firenze» è un’istantanea su un luogo che fa della meraviglia un fatto ordinario, e della quotidianità un evento eccezionale. E poi i colori rappresentatidal verde del paesaggio, delle colline, i chiaroscuri delle terrazze e delle coste che portano alla bellezza e alla sontuositàsemplice e genuina di San Miniato al Monte attraversando piazzale Michelangelo; quelverdevalorizza i marmi policromi con il cielo blu che controlla dall’alto , dunque una cartolina all’aperto. E ancora i bianchi marmi provenienti dalle vicinanze di Lucca, Carrara, Pisa, città rivali ma trasportate, trapiantate, e concretizzate in qualche modo nel tempio dei geni, pronti a levigare e a dare forma alla materia a loro disposizione.
Firenze apparentemente così chiusa quando fra i suoi vicoli e le sue stradine pianifica -da secoli- le modalità di difesa e conservazione di territori e ricchezze, ma allo stesso tempo così grande e maestosaquando ricupera le sue aspirazioni da metropoli, piccola ma metropoli, che durante lo scorrere della storia e della cronologiaha interagito con il mondo e ha messo a disposizione della cultura, dell’arte e della sfera intellettuale i suoi uomini virtuosi. Firenze, come descrive bene Cardini, è stata un faro mondiale di cultura e civiltà, la sua perfezione geometrica e l’armonia dei monumenti ivi presenti consegnano al pianeta tutto il saluto ed il sorriso del Rinscimento, e antiche vicende e tradizioni provenienti da molto lontano. Lo scrittoremette bene in evidenza quanto un territorio possa influire sul cuore e sul cervello diuna città edella sua popolazione, che a sua volta dirà la suacon il proprio ingegno, la passione, e lo spirito sul contesto spazio-temporale: il fiume, i ponti, uno più attraente dell’altro e le viottole che trasmettono sapore ed odori di pane e schiacciata, quelle viottole che da aspirazioni oniriche di storiasi fanno verità. Due occhi per guardare, uno attento sulla città gigliata rinascimentale, l’altro sulla Firenze cristiana, la visione di insieme per monitorare tutti gli elementi comuni fra queste due tradizioni, attrici di questa opera eterna, l’uomoè al centro con tutte le sue potenzialità nella visuale rinascimentale, la devozione cristiana inveceè celebrata dalla bellezza e dalla sacralità di chiese e pitture; il grande palco è il capoluogo toscano.
Cardini con purezza e simpatia affronta anche una branca che da professore, storico ed intellettualeconosce bene, ovvero la geopolitica; ci comunica quanto ilclima, lo scenario geograficoe culturaleinfluenzino il contesto di appartenenza , e nel senso cronologico artisti, letterati, poeti, musicisti e cantanti. Firenze è il suo territorio, la sua gente comune, le sue idee e la sua arte.La Firenze delle Compagnie delle Arti, del Duecento e del Trecento era un luogo amicodel potere politico attento alle impostazioni culturali,laddove la stessa cultura mostrava interesseper la politica. Un relazione meravigliosa, un periodo nel quale la politica era davvero sensibile ai movimenti culturali. perché la cultura era davvero prepolitca, ovvero essenziale alla gestione della cosa pubblica.Altri tempi..
Una compenetrazione che fece di Firenze una potenza di primo ordine; la ricercatezza, la perfezione geometrica, la ricerca di un ordine armonico , tutte peculiarità che venivano fatte risplendere sui monumenti e sulle opere. L’uomo si trovavadavvero a contatto con le sue potenzialità ed i suoi talenti, l’uomo eraalla ricerca di qualcosa di grande. Il genio aveva la consapevolezza diproveniredalla grandezza e ad essa sentiva di doversi riavvicinare.
Epoi la descrizione del fiorentino […]. aperto alla cultura, pieno di vitalitàe portatoredi idee, caloroso al punto giusto ma anche prudente, quasi diffidente e talvolta irritabile. Ma con un cuore grande
Croce e delizia di Firenze, l’uomo che cerca le perfezioni geometriche, l’uomo che si arrabbia per un non nulla: Firenze è anche questa.
Si spiegano con talicaratteristiche il genio di Michelangelo, di Dante e di tanti altri ancora. E non sempre il genio era sregolatezza, talvolta il genio maturava e si affermava proprio nel rispetto delle regole della geometria e dell’armonia, arricchite però dal talento e dal suo valore aggiunto.
Firenze con tutta la sua seduzionerapisce, cattura, invitaa pensare ad un ulteriore viaggio da queste parti coloro che la visitano per la prima volta, e prima o poi bisogna tornarci perché, come cantava Enzo Ghinazzi, a Firenze sulla mia parola non vedi nulla in una volta sola.
Franco Cardini (Firenze 5 agosto1940) è uno storico, saggista e blogger italiano, specializzato nello studio del Medioevo.
Con la narrazione fiorentina insegna a leggere la storia non come mera sequenza di data, ma come possibilità di tenere conto degli erroridel passato ripartendo però dai meriti, con umiltà,ma tanta fierezza delle origini