R. Rechtman, Le vite ordinarie dei carnefici, Introduzione di S. Guindani, Einaudi, Torino 2022, euro 19,50.

Sempre più spesso, per qualificare gli autori di omicidi di matrice jihadista, si parla di uomini radicalizzati, schiavi di un’ideologia, o di individui mediocri e «banali», capaci solo di obbedire agli ordini, oppure di mostri assetati di sangue. E anche quando si considerano i massacri di massa del secolo scorso, torniamo sempre a chiederci chi furono questi uomini capaci di uccidere in modo così efferato: cosa provarono nella loro coscienza? non sentivano l’orrore delle loro azioni? non avevano compassione per le vittime? Per Richard Rechtman, non sono le ideologie a uccidere, ma le persone. Persone che se ne incaricano apparentemente senza problemi, uccidendo con la stessa facilità con cui altri vanno al lavoro. Questo libro compie una vera e propria discesa agli inferi nella vita quotidiana dei responsabili di genocidio e nel loro processo di immunizzazione rispetto alla sofferenza e alla morte. Sonda le abitudini di uomini indifferenti, capaci di giustiziare decine di persone ogni giorno. E dimostra che a occupare la maggior parte dei loro pensieri non è l’atto di uccidere: più semplicemente quella è la loro vita quotidiana. Eseguono il loro terribile compito con la stessa tenacia e fatica richieste da un lavoro qualsiasi. Perché a uccidere con tanta facilità non sono i più motivati, i più sadici o i più indottrinati, ma soprattutto i più disponibili. Questo perturbante saggio sulla violenza estrema non si prefigge dunque di sapere chi siano questi carnefici o in nome di cosa possano tormentare e uccidere, ma di mostrare quali elementi, in contesti particolari, consentano ad alcuni uomini di trasformarsi in anonimi operai della morte.

Sommario:

  • Ascoltare le lingue dell’altro, di S. Guindani
  • Introduzione
  • I – Cronache di carnefici
  • II – Godimento e crudeltà del mostro
  • III – L’uomo ordinario e le sue patologie
  • IV – Amministrare la morte
  • V – L’ordinarietà del genocida
  • Conclusione

Richard Rechtman è antropologo e psichiatra, membro onorario del “Centre d’Études Sociologiques et Politiques Raymond Aron” (CESPRA) e Directeur d’études all’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS). È autore con Didier Fassin de L’impero del Trauma. Nascita della condizione di vittima (2020).