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Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub Maria risorta di Giulio Grimaldi.
Nel 1908 venne dato alle stampe il romanzo dal titolo Maria Risorta, a cui Grimaldi aggiunse il sottotitolo di romanzo marinaresco, probabilmente per evitare equivoci sul tema trattato. Maria Risorta è il nome del peschereccio di Salvatore, protagonista di una travagliata storia d’amore adultero: una storia che fornisce al Grimaldi il pretesto per ritrarre in modo minuzioso la vita di un’intera comunità di pescatori.
La stesura del romanzo fu il frutto di una intensa attività di ricerca sul campo. Per molto tempo Grimaldi frequentò il porto di Fano, con l’intenzione di carpire ogni aspetto riguardante la vita della comunità del porto: usanze, linguaggio, espressioni, abitudini. Tale minuziosa attività di filologo e antropologo risulta evidente nella lettura del romanzo, ma è anche testimoniata dalle lettere che Grimaldi scriveva all’amico Federico Hermanin, a cui raccontava aneddoti e sviluppi della sua ricerca.
Da un punto di vista letterario, il romanzo è stato spesso accostato al naturalismo e al verismo. È infatti innegabile l’esistenza di analogie con i romanzi di Verga, e in particolare I Malavoglia, analogie che si manifestano ad esempio nelle scelte linguistiche o nel tipo di tema trattato. La critica più recente tende però a evidenziare la presenza di molti segnali che allontanano il romanzo Maria Risorta da un’impostazione esclusivamente verista.
Si pensi ad esempio al metodo dell’impersonalità, che non raggiunge mai in Grimaldi i livelli estremi adottati da Verga e Capuana. Oppure si consideri il modo in cui si sviluppa la narrazione: «…da un piccolo episodio, da un nucleo familiare, la vicenda prende corpo, si impolpa, si allarga, deborda e coinvolge altre famiglie e altre storie, in un crescendo – appunto, come fa il mare in tempesta…». Osservazioni che hanno portato gli studiosi dell’opera di Grimaldi a proporre accostamenti con Melville e Stevenson o con il decadentismo, e a descrivere il romanzo Maria risorta come una sintesi delle tendenze dominanti a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Note tratte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Grimaldi
Dall’incipit del libro:
Con le maniche rimboccate sopra i gomiti, impiastricciata di farina intrisa fino ai polsi, Assunta spianava la pasta, e ogni tanto saettava un’occhiataccia di traverso al marito, che, in un angolo del focolare, se la fumava ad occhi socchiusi, sotto il suo aguzzo berretto di maglia. Da due ore che ballavano di sopra, non s’era mai mosso di lí, nemmeno per farsi vedere un momento. Bel modo! Come non si trattasse del figlio e non avesse lo sposalizio a casa sua…
A qualche colpo troppo brusco del matterello la sottile sfoglia giallognola si lacerava qua e là; e nella donna cresceva la stizza per quel silenzio ostinato, per quell’aria di musoneria che pareva attaccarsi a tutto nella cucina piú linda del solito, non ostante il lieto frastono che veniva da in alto.
Seduto dall’altra parte del camino anche il vecchio Bastón fumava e guardava la fiamma, dopo aver tentato inutilmente d’attaccar discorso.
— Allegri, paron Fortunato! Sentite come si divertono? —
Ma padron Fortunato seguitava a fumare, in silenzio: e Bastón, percossa la pipa contro il palmo della mano, per vuotarne la cenere, si mise a trinciarci dentro un mozzicone di sigaro. Poi, finita la grave operazione, prese con le molle un pezzetto di bracia e riaccesa la pipa tornò filosoficamente a guardar la fiamma.
Scarica gratis l’ePub: Maria risorta di Giulio Grimaldi.