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Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub Le tigri di Mompracem di Emilio Salgari.
Apparve per la prima volta a puntate sulla rivista La Nuova Arena di Verona, fra la fine del 1883 e i primi mesi del 1884, con il titolo La tigre della Malesia, per poi esser pubblicato in volume nel 1900 con il titolo definitivo. È una delle opere facenti parte del “ciclo indo-malese” di Salgari, che ha per protagonista Sandokan, pirata dalle nobili origini, appunto soprannominato “La Tigre della Malesia”.
Il ciclo di Sandokan non è frutto di un progetto organico e originariamente studiato a tavolino, ma di un’intuizione dello scrittore veneto, che ebbe l’idea di legare tra loro due diversi piani narrativi. Il primo appartiene al filone malese, orbitante attorno al personaggio di Sandokan, che fa il suo esordio proprio ne Le Tigri di Mompracem; il secondo è il filone indiano, caratterizzato da altri personaggi, per certi versi simili a quelli comparsi nelle prime avventure di Sandokan.
Salgari getta i seminali del filone indiano in un romanzo pubblicato a puntate su Il Telegrafo di Livorno nel 1887, con il titolo de Gli strangolatori del Gange (poi divenuto Gli amori di un selvaggio e, infine, nel 1895, pubblicato in volume come I misteri della jungla nera).
Il fatto che l’intero ciclo non sia del tutto organico ha sempre reso complesso capire quale dei due romanzi possa considerarsi quello “apripista”; tuttavia, le date di pubblicazione, la “comodità di studio”, nonché la datazione dei fatti raccontati nelle due storie suggerirebbe di considerare Le tigri di Mompracem quale primo tassello della saga, nonché dell’intero “Primo ciclo di Sandokan”.
Trama
Dicembre 1849. Il giovane pirata Sandokan, soprannominato la Tigre della Malesia, dallo scoglio di Mompracem, ha lanciato una lotta senza quartiere agli invasori europei, rei di aver distrutto tutta la sua famiglia; Sandokan è infatti l’ultimo superstite di una famiglia di regnanti del Borneo spodestata dai bianchi, e ora è a caccia di vendetta.
A seguirlo, c’è un folto drappello di pirati provenienti da tutto il Sud-est asiatico, soprannominati i “tigrotti”, per via del coraggio e della sfrontata ferocia che li contraddistingue. Tra di loro, c’è il suo luogotenente e amico Yanez de Gomera, un giovane avventuriero portoghese, che la Tigre considera un fratello.
Nelle prime pagine del romanzo, nonostante l’opinione contraria di Yanez, Sandokan muove verso Labuan (territorio in via di militarizzazione da parte degli inglesi) per una missione esplorativa; il pirata, però, s’imbatte in un incrociatore inglese, che affonda il suo praho e distrugge il suo equipaggio.
Sandokan cade in mare, gravemente ferito; spiaggiatosi in preda al delirio proprio sulle sponde della vicina Labuan, è ricoverato e curato in casa di Lord James Guillonk, capitano di vascello e notabile dell’isola. Entrato nelle grazie di Lord James, Sandokan conquista pure l’amore della sua nipote italo-inglese : si tratta di Marianna, una sedicenne nativa di Napoli soprannominata dai malesi “La Perla di Labuan”, per via dello straordinario candore della sua pelle e della sua incredibile bellezza.
Tuttavia, durante una cena in casa Guillonk, il baronetto William Rosenthal, presente al momento dell’attacco al praho del pirata, lo riconosce e innesca il tradimento. Sandokan è costretto a fuggire, ma promette a Marianna di ritornare a Labuan per riprenderla e portarla via con sé; puntualmente, mantiene la promessa, ma anche stavolta è costretto alla fuga. È necessario, perciò, l’intervento da vero trasformista del suo amico Yanez de Gomera per permettergli di ricongiungersi con la sua bella.
Al ritorno nel loro covo, Sandokan e Yanez scoprono però che, in loro assenza, i pirati sono stati duramente attaccati dagli inglesi; solo una pausa dai combattimenti consente il matrimonio con Marianna. Tuttavia, al successivo scontro, i tigrotti sono sonoramente sconfitti e i due capi della pirateria finiscono prigionieri degli inglesi. Solo nelle ultime pagine, Sandokan riuscirà in maniera rocambolesca a liberare i suoi prodi e a ritirarsi a Giava con l’amata. Il libro si conclude proprio con la sua drastica dichiarazione di voler ritirarsi per sempre dalla lotta armata contro gli inglesi invasori.
Note tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Le_tigri_di_Mompracem
Dall’incipit del libro:
La notte del 20 dicembre 1849 un uragano violentissimo imperversava sopra Mompracem, isola selvaggia, di fama sinistra, covo di formidabili pirati, situata nel mare della Malesia, a poche centinaia di miglia dalle coste occidentali del Borneo.
Pel cielo, spinte da un vento irresistibile, correvano come cavalli sbrigliati, e mescolandosi confusamente, nere masse di vapori, le quali, di quando in quando, lasciavano cadere sulle cupe foreste dell’isola furiosi acquazzoni; sul mare, pure sollevato dal vento, s’urtavano disordinatamente e s’infrangevano furiosamente enormi ondate, confondendo i loro muggiti cogli scoppi ora brevi e secchi ed ora interminabili delle folgori.
Né dalle capanne allineate in fondo alla baia dell’isola, né sulle fortificazioni che le difendevano, né sui numerosi navigli ancorati al di là delle scogliere, né sotto i boschi, né sulla tumultuosa superficie del mare, si scorgeva alcun lume; chi però, venendo da oriente, avesse guardato in alto, avrebbe scorto sulla cima di un’altissima rupe, tagliata a picco sul mare, brillare due punti luminosi, due finestre vivamente illuminate. Chi mai vegliava in quell’ora e con simile bufera, nell’isola dei sanguinari pirati?
Tra un labirinto di trincee sfondate, di terrapieni cadenti, di stecconati divelti, di gabbioni sventrati, presso i quali scorgevansi ancora armi infrante e ossa umane, una vasta e solida capanna s’innalzava, adorna sulla cima di una grande bandiera rossa, con nel mezzo una testa di tigre.
Scarica gratis: l’ePub Le tigri di Mompracem di Emilio Salgari.