Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub: I pirati della Malesia di Emilio Salgari.
I pirati della Malesia è un romanzo d’avventura pubblicato nel 1896.
È il terzo episodio del cosiddetto Ciclo indo-malese e riveste un’importanza chiave per l’intera saga: per la prima volta nella letteratura salgariana, infatti, si allacciano in un’unica opera le storie dei pirati malesi (trattate anni prima ne Le tigri di Mompracem e le avventure dei cacciatori di serpenti delle Sundarbans, materia de I misteri della jungla nera. Con quest’operazione, l’autore ovvia a varie soluzioni letterarie. Anzitutto, trova l’escamotage per far tornare in scena il suo personaggio più famoso e riuscito, Sandokan; in secondo luogo, gli associa la figura, per certi versi simile, di Tremal-Naik, diminuendone la carica passionale mostrata ne I misteri della giungla nera; in ultimo, trova la maniera di far diventare i due personaggi parenti tra loro.
Secondo uno schema già sperimentato nel precedente romanzo, inoltre, Salgari fa sì che i vari capitoli del ciclo mantengano un finale aperto, così da permettergli ampio margine di manovra per svilupparne il seguito: è con questo romanzo, dunque, che per davvero prende corpo l’idea di un ciclo dedicato a Sandokan e ai suoi compagni di avventure.
Note tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/I_pirati_della_Malesia_(romanzo)
Dall’incipit del libro:
– Mastro Bill, dove siamo?
– In piena Malesia, mio caro Kammamuri.
– Ci vorrà molto tempo prima di arrivare a destinazione?
– Birbone, ti annoi forse?
– Annoiarmi no, ma ho molta fretta e mi pare che la Young-India cammini adagio. Mastro Bill, un marinaio sui quarant’anni, alto più di cinque piedi, americano puro sangue, sbirciò con occhio torvo il suo compagno. Questi era un bell’indiano di ventiquattro o venticinque anni, di alta statura, d’una tinta molto abbronzata, di lineamenti belli, nobili, fini, cogli orecchi adorni dipendenti e il collo di monili d’oro che gli ricadevano graziosamente sul nudo e robusto petto.
– Corpo di un cannone! – gridò l’americano indignato. – La Young-India cammina adagio? Questo è un insulto, maharatto mio.
– Per chi ha fretta, mastro Bill, anche un incrociatore che fila quindici nodi all’ora va adagio.
– Diavolo, cos’è tutta questa fretta? – domandò il mastro, grattandosi furiosamente la testa. – Ohé, briccone, c’è qualche eredità da raccogliere?
– Altro che eredità!… se sapeste…
– Di’ su, giovanotto…
– Non ci odo da questo lato.
– Capisco, tu vuoi fare il sordo. Uhm!… Chissà che cosa c’è sotto!… Quella ragazza che hai con te. .. Uhm!…
– Ma!… Dite, mastro, quando arriveremo?
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