Il volume, del 1905, contiene una scelta di 16 racconti pubblicati in originale su raccolte diverse (The Stolen Bacillus – 1895; Thirty Strange Stories – 1898). Tra questi alcuni classici della narrativa fantastica, come The strange orchid, The lord of dynamos etc. Sono le trame di questi racconti che fecero dire a Joseph Warren Bath in Tecnica del romanzo novecentesco, “In questo genere di racconti la storia privata degli individui è di scarsa importanza; non ci sono episodi sentimentali da sviluppare; la fantasia dell’autore può spaziare senza intralci od ostacoli intorno ad argomenti di interesse generale”.

In molte di queste novelle troviamo infatti la stupefacente capacità di Wells di andare oltre alla storia orrorifica, fantascientifica, oltre alla favola. Il ricercatore delle storie di Wells non si accontenta di seguire le vie indicate dalla scienza ufficiale, ma temerariamente prova, anche su se stesso, le proprie intuizioni (La strana orchidea, Il fabbricante di diamanti, La farfalla).

La strana orchidea è in pratica il racconto capostipite del genere fantastico che coinvolge il mondo vegetale, che diventa universo simbolico alimentato dalla percezione arcana di un indecifrabile mistero. Anche nelle storie dove prevale l’ironia e la satira (Il tesoro del rajah, Triste storia di un critico drammatico) vediamo in embrione il tema che poi Wells porterà letterariamente al suo culmine ne L’Uomo invisibile: la comunità che con permette all’individuo di essere diverso dal comune.

Due parole vanno dette a proposito di una traduzione – anonima – che spesso è anche un sunto, un condensato dell’originale (Una catastrofe) o presenta tagli arbitrari soprattutto di paragrafi descrittivi o di approfondimento (Un esame al microscopio). Non siamo quindi di fronte, purtroppo, ad una traduzione integrale, anche se quasi mai gravemente scorretta. I tagli sembrano funzionali ad uno snellimento – arbitrario – della narrazione e non in funzione “censoria”.

Da ricordare che alcuni dei racconti presenti in questa raccolta (The Diamond Maker, The lord of dynamos) furono scelti dal fotografo americano Alvin Langdon Coburn, in accordo con Wells, per dare vita al primo esempio di libro illustrato con fotografie con stretta collaborazione fra autore, fotografo-illustratore e tipografo. Tale libro fu The door in the wall and other stories del 1911. Il tipografo fu Frederic W. Goudy che elaborò i caratteri appositamente e tali caratteri ancora oggi si chiamano “Kennerly” in ricordo dell’editore che rese possibile questa storica elaborazione libraria.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del primo racconto Il microbo rubato:

— E questo, – disse il professore di bacteriologia, – è il celebre bacillo del colèra!
E così dicendo poneva il vetrino preparato sotto la lente del microscopio.
Il visitatore dalla faccia pallida si curvò curiosamente verso l’istrumento. Evidentemente non se ne intendeva di quelle cose lì; pose la sua mano destra davanti ad un occhio, e con quell’altro osservò.
— Non vedo nulla! – disse.
— Girate la vite, – rispose il bacteriologo; – senza dubbio il microscopio non sarà a fuoco per voi. La vista non è eguale per tutti. Girate o da una parte o dall’altra e vedrete che….
— Ah! ora vedo benissimo, – interruppe il visitatore. – Non vi è gran cosa da vedere però! Dei piccoli filamenti…. dei bastoncini di color rosa…. E questi piccolissimi animali così semplici, potrebbero moltiplicarsi e seminare la morte ovunque!? È orribile e spaventevole!
Si raddrizzò e togliendo il vetrino dal microscopio, incominciò ad osservarlo attentamente avvicinandosi alla finestra.
— Ad occhio nudo si distingue a mala pena, – egli disse. E dopo un po’: – Vivono questi microbi? Sono essi pericolosi nello stato presente?
— No, questi sono stati coloriti ed uccisi, – rispose il professore. – E vorrei poter colorire ed uccidere tutti i bacilli che esistono sulla terra!

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