Un amore che ha come rivale la dedizione dell’amato a Dio; un’amicizia tra due ragazze insidiata da vecchi rancori familiari; lo strazio di una madre che vede la sua bellissima bambina crescere senza poter parlare, né muoversi come tutte le bambine, mentre il marito è preda di una grave malattia mentale; la triste sorte di una ragazza, figlia di una coppia divorziata, che non trova accoglienza presso nessuna delle nuove famiglie dei genitori.

Questi gli argomenti delle tre novelle di questo libro, scritte da una donna, nata principessa e sposata a un re, che ebbe una brillante vita, arricchita da molteplici interessi culturali e artistici e da una notevole attività tesa allo sviluppo sociale ed economico della sua nuova patria, ma al contempo segnata dal dolore di perdere l’unica figlia, uccisa da una malattia all’età di tre anni.

Sinossi a cura di Ruggero Volpes

Dall’incipit del libro:

Erano seduti l’uno accanto all’altra, all’ombra della siepe fiorita, guardandosi in faccia cogli occhioni pieni di innocenza e accompagnando le parole con movimenti del capo.
— Sì, diceva il ragazzo, la nonna lo sa bene; dice che mia madre è stata una gran peccatrice e che dovrò pregare tutta la vita, acciò la sua anima non vada all’Inferno, ma salga dal Purgatorio al Paradiso.
— È una bellissima cosa, Raoul, rispose la fanciulla, che tu divenga prete. Così io ti porterò il cero e mia madre mi farà una veste bianca e nella chiesa il coro canterà inni stupendi.
Gli occhi della ragazzina si ingrandivano mano mano che ella parlava; quanto al suo compagno, egli guardava estatico chissà che cosa, perchè il suo sguardo non si fissava su nessun oggetto.
— Ma, allora, disse egli, io non potrò sposarti, Editha!
— Oh! non importa, mi farò monaca; io non posso essere la moglie d’un altro.
— Ed io verrò a stare con te e attenderò alle faccende della tua casa, disse dal disopra della siepe una giovinetta un po’ più grandicella.

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