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Nell’estremo nord della Norvegia, dove la suggestione dell’aurora boreale contribuisce a tenere vive le credenze mitologiche relative a spiriti che impersonano i fenomeni della natura, Erica e Rolf, due giovani lavoratori di una fattoria, si fidanzano e vogliono sposarsi.
Ma Oddo, ragazzo poco propenso a temere le ire del folletto Nipen, lo fa infuriare… Ed ecco che il geloso Hund, che avrebbe voluto l’amore di Erica, si allea con i pirati causando disavventure a mala pena sventate dall’ardimento di Rolf, Oddo e dei ragazzi loro amici. Anche Erica, verificato che il formaggio offerto a Nipen è stato invece prelevato dai lapponi, si convince a mitigare le sue “superstizioni” dopo un colloquio col vescovo. Ben tratteggiata, proprio durante questo colloquio, l’opera di evangelizzazione che non può non tener conto delle credenze locali, cosa che l’espandersi del cristianesimo ha in realtà sempre fatto. Classico per ragazzi degli anni ’20 dello scorso secolo, nella traduzione di Elena Casella Giglioli, educatrice e mazziniana, deceduta a Genova Sturla nel 1931, e traduttrice molto libera di letteratura per ragazzi.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Singolare davvero appare, a chi osserva una carta della Norvegia, la sua costa frastagliata, ove la terra ed il mare sembrano stare in continua lotta tra loro, il mare invadendo la terra, la terra protendendosi sul mare, e mare e terra dividendosi finalmente il dominio di tutta la regione.
Al visitatore, però, l’aspetto del luogo riesce addirittura sublime, poichè lunghi promontori ergonsi ripidissimi dal livello delle acque, e le baie onde sono divisi, anzichè curvarsi in spiaggie arenose carezzate dalle onde mormoranti, appaiono invece vere e proprie vallate, lunghe e strette, invase dal mare. Le sponde alte e rocciose, riparando queste insenature profonde (dette fiordi) da qualsiasi vento, le loro acque rimangono tranquille e levigate come quelle di un lago, e per giorni e settimane di seguito riflettono ogni cima d’albero delle foreste dei pini di cui sono rivestite le soprastanti montagne, il loro specchio venendo rotto soltanto tratto tratto dal guizzo di un pesce, o dai remi del barcaiuolo, il quale vaga da un’isola all’altra in cerca di uccelli marini, o tende le reti o l’amo alle trote di mare, ai merluzzi, alle aringhe, abbondanti, a seconda della stagione, sulle coste della Norvegia.
Scarica gratis: Nella vecchia Norvegia di Harriet Martineau.