In un mondo in cui la voce delle donne viene ancora troppo spesso spezzata e soffocata dall’ombra della violenza, quella della cantautrice veneta Jalisia Dollson risuona come un faro di coraggio, un amplificatore di tutte le silenziose grida di aiuto che cercano disperatamente di essere udite. Con il suo nuovo singolo, “Che male c’è?”, l’artista si fa messaggera delle storie e delle esistenze brutalmente interrotte dalla mano di chi, con gelida meschinità, ha trasformato carezze e gesti di affetto in abusi devastanti e inaccettabili.
“Che male c’è?”, nato dall’eco straziante della tragica storia di Giulia Tramontano, la giovane donna incinta di 7 mesi uccisa dal fidanzato, è un inno commovente che giunge dritto al cuore, un appello alla consapevolezza e un manifesto di resistenza che invoca un cambiamento. Jalisia Dollson, attraverso le sue liriche toccanti e profonde, racconta le ansie, le speranze, i sogni e le paure di una giovane e brillante ragazza in dolce attesa che si affaccia ad una nuova vita, ignara del tragico destino che aspetta lei e il suo bambino. Nel verso struggente «Mi bagno piano la pancia aspettando una vita nuova che verrà», la bellezza di un momento magico e ricco di gioia, si trasforma in un incubo causato da una crudeltà inaudita. Due esistenze rubate in pochi istanti, due futuri infranti da chi avrebbe dovuto incoraggiarli e proteggerli.
Con la sua musica, la cantautrice trevigiana si impegna a portare alla luce una realtà cruda e spesso nascosta. La sua arte diventa il veicolo per raccontare queste storie, per scuotere le coscienze, per stimolare un’effettiva trasformazione. Ogni nota, ogni parola, ogni silenzio in “Che male c’è?”, rappresentano un richiamo all’azione, un invito a non restare indifferenti, a lottare affinché nessuna altra donna debba soffrire o perdere la vita per mano di un demone mascherato da amore.
Il passaggio chiave del testo «Non uscire in minigonna o sei colpevole», cattura un aspetto profondamente radicato e tragico della società attuale riguardo alla percezione e al trattamento della violenza sulle donne. Queste parole, dirette e potenti nella loro apparente semplicità, rivelano la dolorosa realtà del victim blaming, una pratica per cui la vittima di un atto violento viene ritenuta in qualche modo responsabile dell’abuso subito. La minigonna, spesso oggetto di dibattiti e controversie, viene qui utilizzata come simbolo della libertà femminile e dell’autonomia nel vestire, ma anche come pretesto per giustificare comportamenti vessatori e misogini. La frase mette in luce una mentalità pericolosa e purtroppo ancora diffusa: l’idea che l’abbigliamento di una donna possa in qualche modo “provocare” o “giustificare” atti violenti o aggressioni sessuali.
Questo passaggio del brano, porta alla ribalta il concetto di colpevolizzazione della vittima, esponendo crudamente il paradosso di una società che da un lato promuove l’indipendenza e l’espressione personale, mentre dall’altro continua a perpetuare stereotipi dannosi e giudizi colpevolizzanti.
Ma l’intero progetto non è solo un omaggio a Giulia Tramontano e a tutte le vittime di femminicidio, bensì una carezza musicale per ciascuna donna abbia mai subito molestie e soprusi, per quelle che sono state ridotte al silenzio e quelle che continuano a lottare con tenacia e fermezza per la loro libertà. “Che male c’è?” si fa portavoce di un dolore che non può e non deve essere ignorato, di una contemporaneità che grida giustizia ma che troppo poco spesso si adopera per ottenerla, ergendosi come un canto che non cerca vendetta, ma amore sincero, ascolto e protezione.
Nel cuore di questa opera commovente, Jalisia Dollson ci conduce in un viaggio emotivo senza precedenti, dove sofferenza e speranza si intrecciano in un’appassionata richiesta di cambiamento. È un brano che non solo colpisce per la sua profonda empatia e sensibilità, ma anche per la sua disarmante verità, un richiamo a non voltare lo sguardo di fronte all’orrore della violenza sulle donne, ma a prenderne parte attiva per porvi fine.
«Che male c’è se un uomo può uccidere?»: è con questo quesito lancinante che si apre il pezzo, consentendo agli ascoltatori di immergersi istantaneamente in un’importante riflessione sulla condizione femminile e sulla complicità silenziosa di un mondo che spesso chiude gli occhi di fronte alla violenza domestica. Le parole di Jalisia Dollson, cariche di struggente poesia, sono un pugno nello stomaco, una chiamata all’azione e alla consapevolezza.
L’artista, raccontando la storia in prima persona, crea un legame emotivo profondo con il pubblico, sottolineando, nella domanda retorica «che male c’è se piove sulle lacrime?» – il dolore sul dolore, un ciclo di sofferenza che sembra non avere mai fine. Con le sue liriche penetranti, Jalisia Dollson ci ricorda che gli abusi sulle donne sono una realtà ancora troppo presente, una piaga sociale che richiede un cambio di rotta radicale, sia da parte degli uomini sia da parte delle autorità, e un impegno costante da parte delle donne stesse nel trovare la forza di denunciare.
«Essere donna oggi è lottare ogni giorno per difendere la propria libertà», ci tiene ad affermare l’artista, che spera in un futuro in cui questi orrori siano solo un triste e lontanissimo ricordo.
“Che male c’è?” è stato presentato in anteprima da Jalisia Dollson alle audizioni di Area Sanremo, proprio nei minuti in cui avveniva il tragico ritrovamento di un’altra vittima di femminicidio, Giulia Cecchetin.
«Sono profondamente stanca e addolorata di vedere queste terribili storie di donne uccise che si ripetono con una frequenza allarmante – ha aggiunto la cantautrice, concludendo -. Ogni singola vita spezzata è una tragedia che ci colpisce tutti. Dobbiamo agire, ciascuno nel proprio ambito, per assicurarci che atrocità del genere non accadano mai più. La nostra società deve svegliarsi e prendere misure concrete per proteggere le donne, per ascoltarle e per prevenire queste tragedie. Non possiamo restare in silenzio; dobbiamo lottare insieme per un futuro in cui tutta questa crudeltà sia solo un capitolo buio e superato della nostra storia».
“Che male c’è?”, accompagnato dal videoclip ufficiale, non è solo una canzone, è un manifesto, un appello all’azione, un inno alla forza e alla libertà delle donne, e un monito per tutte loro affinché trovino il coraggio di chiedere aiuto prima che sia troppo tardi.
Con questo singolo, Jalisia Dollson si conferma non solo come un’artista di grande talento, ma come una voce fondamentale nella lotta per la dignità e la libertà femminile. “Che male c’è?” è un tributo a tutte le donne che hanno lottato, a quelle che continuano a lottare, e a quelle che, purtroppo, non hanno più la possibilità di farlo.