Memorie di guerra aerea di Francesco Baracca è un libro pubblicato nel 1930 che raccoglie le lettere e i diari del celebre aviatore italiano, caduto in combattimento nel 1918.

Il libro offre una testimonianza diretta e vivida delle imprese e delle emozioni di Baracca, considerato il più grande asso dell’aviazione italiana durante la prima guerra mondiale. Il libro è diviso in tre parti: la prima riguarda il periodo in cui Baracca era un ufficiale di cavalleria, la seconda il suo passaggio all’aviazione e la sua ascesa a comandante della 91ª Squadriglia, la terza il suo ultimo anno di vita e la sua tragica morte. Tra le fonti utilizzate per la stesura del libro ci sono le lettere che Baracca scrisse alla sua famiglia e ai suoi amici, i suoi diari di volo, le sue relazioni ufficiali e i rapporti dei suoi avversari. Il libro è arricchito da numerose fotografie e illustrazioni che documentano la vita e le gesta di Baracca.

Le lettere alla famiglia propongono un personaggio molto distante dall’esaltazione che la propaganda italiana durante la guerra, e il regime fascista negli anni successivi, fecero di lui: la preoccupazione che traspare è quella di tranquillizzare la madre piuttosto che quella di rivendicare i successi ottenuti.

Sinossi a cura di Claudio Paganelli

Dall’incipit del libro:

L’AUTUNNO è inoltrato; piove a dirotto sulla fertile terra sabina. Da più giorni l’acqua scroscia senza tregua, a vento, contro le case e gli alberi, i vetri, i tetti, i comignoli con l’elmo di latta, gli ombrelli dei borghesi frettolosi, le campane che dondolano stancamente l’Angelus serale. È il tempo che il Velino signoreggia tutta la valle, placando l’impeto della rapida corrente in un immenso pantano. Qui, nel limo squallido dormono sementi. Sale di continuo dal fiume una nebbia greve, adesiva come ovatta inzuppata. Notte.
Sul quadrante degli scambi, nella stazione ferroviaria di Rieti, rosseggia il segnale d’un treno che s’avvicina. È un treno d’eccezione, una tradotta che porta nei carri bestiame duecento fantaccini. Rumor di ferraglie, roco e profondo ansimare della locomotiva, stridìo di freni. Il capostazione si dà delle arie e impartisce ordini secchi.

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