L’Italia e l’ossessione per i referendum: tra evanescenza dei partiti e leader in cerca di visibilità
La verità profonda ovvero l’evanescenza del partito
I sondaggi politici di inizio agosto hanno rivelato una realtà amara per +Europa, il partito guidato da Emma Bonino. Dopo il fallimento dell’esperienza con Matteo Renzi e gli Stati Uniti d’Europa, il partito ha visto il suo consenso scendere all’1,8%, con un ulteriore calo dello 0,2% . Questo dato mette in luce un problema più profondo: l’evanescenza dei partiti politici nel panorama italiano. Mentre i grandi partiti lottano per mantenere la loro rilevanza, quelli più piccoli sembrano destinati a una lenta e inesorabile scomparsa.
L’evanescenza del leader
Riccardo Magi, segretario di +Europa, rappresenta un esempio emblematico di questa crisi di leadership. Paragonato a Marco Pannella, il vero mago del referendum, Magi appare come una pallida imitazione. Magi, infatti, nel suo tentativo di emulare Pannella, risulta un dilettante dei referenda, un leader che manca dello spessore e della capacità di mobilitazione del suo predecessore.
“Pur di Apparire Magi se le inventa tutte”
Magi ha recentemente rilanciato il dibattito sullo ius soli, proponendo un referendum su questo tema. “Ci stiamo lavorando proprio in queste ore e credo possa essere una svolta. Il referendum è uno strumento vivo, dimostriamolo” . Questa mossa può essere interpretata come un tentativo disperato di guadagnare visibilità e rilevanza politica. La piattaforma nazionale per i referendum e le iniziative popolari, attivata presso il ministero della Giustizia, offre ora un nuovo mezzo per raccogliere firme digitali, semplificando il processo e aumentando la partecipazione popolare.
“La ricerca spasmodica di spazio sui giornali al limite del parossismo da parte di Magi”
Magi non si è limitato a rilanciare lo ius soli. Ha anche attaccato, su un grande giornale nazionale, il governo per la sua posizione sulla carne coltivata, con cui va ignorando invece la peste suina. Questa continua ricerca di temi su cui fare opposizione sembra più un tentativo di restare sotto i riflettori che una vera strategia politica. La frenesia referendaria di Magi, quindi, potrebbe essere vista come una forma di parossismo politico, una spasmodica ricerca di attenzione sui media.
“La voglia di Magi di intestarsi tutto”
Un altro esempio della strategia di Magi è la sua proposta di “fare fronte comune” per lo ius soli, similmente a quanto fatto per il referendum sull’Autonomia differenziata. Questo atteggiamento, però, sembra più un tentativo di accaparrarsi il merito di iniziative collettive che una reale volontà di collaborare con altre forze politiche. La sua retorica di cooperazione nasconde una tendenza a voler intestarsi ogni iniziativa, come un bambino che dice: “È mio!”.
“Magi guarda con emulazione al suo padre spirituale Pannella per le battaglie sulle droghe leggere?”
Magi ha anche attaccato il governo sulla regolamentazione della cannabis, denunciando l’ideologia proibizionista che rischia di danneggiare la filiera made in Italy della canapa . Questo è un chiaro tentativo di emulare Marco Pannella, che aveva fatto delle battaglie per le droghe leggere uno dei suoi cavalli di battaglia. Tuttavia, mentre Pannella riusciva a catalizzare l’opinione pubblica e a influenzare il dibattito politico, Magi sembra incapace di ottenere lo stesso livello di attenzione e supporto.
“Le critiche pensanti dei nemici giurati”
Le proposte referendarie di Magi, come quella sullo ius soli, hanno suscitato critiche anche all’interno della sinistra . Nicola Fratoianni ha espresso dubbi sulla tempistica e sull’efficacia dello strumento referendario, mentre Laura Boldrini ha sottolineato che è il Parlamento ad avere il dovere di occuparsi di tali questioni . Queste critiche riflettono la consapevolezza che un referendum del genere potrebbe rivelarsi un boomerang, soprattutto in un contesto politico già polarizzato.
Il rischio boomerang politico e la posta in gioco più alta
L’enfasi referendaria di Magi potrebbe nascondere una debolezza strutturale del sistema politico. Come osservato dalla costituzionalista Serena Sileoni, il referendum non dovrebbe essere utilizzato per colmare la debolezza politica con la forza dell’opinione pubblica . Questa frenesia referendaria rischia di trasformare lo strumento referendario in un continuo match politico, con il sistema politico che rimane in panchina.
“Ecco perché Magi vuole i referendum subito”
Magi spera che i referendum possano coincidere con le elezioni regionali di autunno, una strategia che potrebbe portargli qualche voto in più . Tuttavia, questa combinazione potrebbe non avere l’effetto desiderato. Le elezioni regionali rappresentano un banco di prova importante per molte forze politiche, e i referendum rischiano di essere percepiti come uno strumento di distrazione piuttosto che un reale mezzo di cambiamento.
Conclusione
La frenesia referendaria di Riccardo Magi e di +Europa riflette una crisi più ampia nel panorama politico italiano. La debolezza dei partiti e dei leader, combinata con una spasmodica ricerca di visibilità, sta trasformando il referendum in uno strumento di lotta politica piuttosto che di partecipazione popolare. Questa tendenza rischia di svuotare di significato uno degli strumenti più importanti della democrazia diretta, trasformandolo in un’arma di corto respiro nella battaglia politica quotidiana.