Questo romanzo, pubblicato nel 1913, capovolge diversi cliché a cui sovente l’Autrice, e le sue contemporanee scrittrici per giovani donne, si sono rifatte nelle loro trame. Non giovani povere, virtuose e bellissime, che coronano la propria storia d’amore con un giovane ricco, ma in Lungo la ferrovia, succede esattamente il contrario. È Marco, ingegnere orfano, unico sostegno di mamma e sorelle, che sta lottando per strappare alla povertà i suoi cari; è Costanza, ricca figlia di un generale ma ospitata dalla modesta famiglia del casellante, che si innamora e combatte per vincere la gelosia, le maldicenze, gli equivoci, e conquistare la fiducia e l’amore del giovane.

Se l’intento pedagogico della Vertua traspare nella vicenda, e nel lieto fine che sempre arride all’onestà ed alla virtù, non mancano altre figure degne di rispetto nella società italiana del primo Novecento, come l’eroico parroco di montagna, ed il soldato (anzi ex soldato) devoto alla famiglia del suo comandante, adesso casellante lungo la ferrovia.

La morale di questa storia è che un matrimonio duraturo deve basarsi sulla reciproca fiducia tra gli sposi: Costanza pretende la fiducia di Marco nella sua integrità, pronta a rinunciare a lui se presterà orecchio alle maldicenze e si farà travolgere dalla gelosia, e si rifiuta di svelargli i segreti che la circondano, e che potrebbero dissolvere gli equivoci intercorsi.

Co-protagonista del romanzo, la natura delle prealpi lombarde, con l’alternarsi delle stagioni e dei panorami, che accompagnano anche in questo libro i sentimenti e le vicende dei protagonisti.

Articolo di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

Marco Valli, ingegnere laureato al Politecnico di Milano, tornava a casa dopo due mesi di lavoro nello studio di un architetto.
Aveva accettato il posto provvisorio offerto da un amico, in attesa di un impiego o di lavoro più sicuro e più lucroso.
A Milano si era raccomandato a professori, conoscenti ed amici; e tutti gli avevano promesso che si sarebbero interessati di lui. Ma egli sapeva che parecchi suoi compagni laureati un anno e anche due anni prima, erano ancora in ansiosa aspettativa di occupazione. Ora, la speranza, che lo aveva sostenuto durante i lunghi anni di studio, compiuto a forza di sacrifici, gli si andava annebbiando in cuore. Lo scoramento gli faceva veder torbido; e gli pareva d’avere un velo torbido anche sul pensiero.

Scarica gratis: Lungo la ferrovia di Anna Vertua Gentile.