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In questo testo pubblicato per la prima volta nel 1883 lo storico tedesco Eberhard Gothein espone l’organizzazione politica e sociale realizzata nel XVIII secolo dai Gesuiti in Paraguay, a quel tempo nominalmente una colonia spagnola. Gothein nota analogie fra la società utopica descritta da Tommaso Campanella nel suo scritto La città del sole e questo stato del Paraguay fondato dalla Compagnia di Gesù con caratteristiche comuniste e dove diritto, morale e religione erano mescolate.
La Compagnia di Gesù riuscì a convertire gli indigeni al cristianesimo e alla civiltà senza renderli schiavi, come invece faceva il conquistatore spagnolo, ma li rese comunque soggetti ad essa e si arrivò a escludere a tutti gli spagnoli, autorità comprese, l’accesso alle Missioni e anche nell’amministrazione spirituale i Gesuiti erano molto autonomi.
Gothein descrive l’ordinamento economico di questo stato gesuita come l’esclusione di ogni moneta e proprietà privata, e la permissione solo di una proprietà d’uso e di capitali dati ai singoli in usufrutto. Viene descritto l’ordinamento amministrativo facendo notare che solo i funzionari inferiori erano provenienti dal popolo ed eletti dal popolo mentre il potere superiore spettava solo ai Gesuiti. L’autore descrive anche i lavori, l’istruzione, le leggi, le pratiche religiose, militari e giudiziarie di questo stato.
In seguito però aumentarono nei paesi europei le accuse contro i Gesuiti, tra le quali l’accusa di violare l’accordo che i Gesuiti potevano commerciare nel solo interesse degli indigeni e nel 1757 il marchese di Pombal scrisse un opuscolo intitolato Breve relazione intorno alla repubblica dei Gesuiti al Paraguay dove veniva denunciata la fondazione da parte dei gesuiti di uno Stato senza autorità civile. Con la soppressione nel 1767 della Compagnia di Gesù dalle terre della Corona Spagnola in poche settimane tutti i Gesuiti furono espulsi dalle Missioni del Paraguay.
Sinossi a cura di Michele De Russi
Dall’incipit del libro:
Sebbene manchi allo storiografo il mezzo più poderoso che s’offre all’indagatore della natura, vale a dire l’esperimento da lui stesso scelto, tuttavia la storia presenta talvolta anch’essa i suoi esperimenti, di cui si può seguire il processo. Da che cosa è costituito essenzialmente l’esperimento scientifico? – L’esperimentatore isola la forza, di cui vuole indagare gli effetti; osserva se il nesso causale, da lui supposto in base alla semplice osservazione, risulti verificato quando egli stesso prepara le condizioni e fa sì ch’esse operino senza perturbazioni. L’esperimento è l’attuazione d’un’idea volta a cogliere il nesso della natura.
In questa stessa guisa sono stati fatti talvolta anche esperimenti storici, su cerchie ristrette, allontanandone ogni influenza estranea e perturbatrice, e tentando così di attuare idee, che sembravano esser le conseguenze ultime d’un pensiero logico relativo alla connessione dell’agire umano. Con questi tentativi si volle anche cercare di dimostrare la loro applicabilità in cerchie più vaste, allo stesso modo che il naturalista persegue con l’esperimento lo scopo ulteriore di diventar padrone della natura.
Scarica gratis: Lo Stato cristiano-sociale dei Gesuiti nel Paraguay di Eberhard Gothein.