Scritto nel 1900 ed ambientato a Napoli, questo romanzo di Cordelia ci presenta una insolita figura di donna “detective”, la nobile Benita d’Altavilla decisa a scoprire chi ha ucciso il giovane poeta Guido Rambaldi, suo amore contrastato, pugnalato a morte nel suo giardino dopo un incontro segreto con lei.

Benita cerca l’assassino, dapprima rivolgendosi al mondo del soprannaturale, “l’incomprensibile”, cercando di contattare lo spirito del defunto tramite medium e sonnambule. Ma risulta più efficace la strada suggeritale dall’avvocato Baldelli, che difende il cugino Federico d’Altavilla, accusato del delitto perché innamorato di lei e geloso del poeta. Benita si introduce sotto mentite spoglie in casa del pittore Amalfitano, amico d’infanzia di Guido, scoprendo che il passato di Guido contiene un tragico segreto, dal quale si risale infine all’assassino del giovane.

Più lineare la figura di Gabriella, che ha amato Guido e che è capace di sacrificarsi per le persone che ama. Il finale sarà quindi lieto per Gabriella, che troverà un nuovo saldo amore in Amalfitano, e più scontato per Benita, spinta dalla famiglia al matrimonio con il cugino, per cui prova affetto e gratitudine, e mai proverà per lui amore.

Articolo di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

La carrozza era pronta; Sofia Hartmann, la damigella di compagnia, aspettava per uscire, mentre Benita d’Altavilla indugiava seduta al tavolino scrivendo:
— Vengo, vengo! — disse; — due righe ed ho terminato.
Intanto sopra un foglietto di carta stemmata e profumata scriveva queste parole:

‟Adorato Guido,

‟Mio padre vuol condurmi a fare un lungo viaggio; ma prima ho bisogno di parlarvi.
‟Egli darà una festa d’addio la sera del 15 giugno.
‟Vi sarà facile entrare dal grande cancello del giardino in mezzo alla folla degli invitati. Venite ed aspettatemi nel boschetto di
lauri sotto la finestra della mia camera.
‟Per tutti i casi vi unisco un viglietto d’invito.
‟A rivederci.

‟BENITA.„

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