Cervesato, autore dell’internazionalmente noto Latina Tellus. La campagna romana non poteva essere insensibile a una scoperta che pareva avere i caratteri della soluzione definitiva per l’allora pressante problema della malaria, problema addirittura assillante nella zona dell’agro romano non ancora avviato a bonifica negli anni ’20 dello scorso secolo.

Proprio nel 1925 era morto Battista Grassi le cui ricerche sui meccanismi di trasmissione del parassita malarico erano state risolutive per inquadrare la più grave emergenza sanitaria dell’Italia post-unitaria, e le sue eccezionali conoscenze biologiche e mediche avevano consentito, cogliendo il significato del ciclo di sviluppo del Plasmodio nella zanzara, di intraprendere una efficace azione di profilassi.

Tuttavia la cura a base di chinino lasciava ampie zone oscure. Guido Cremonese, medico condotto dell’agro romano fino al 1922, forte dei suoi studi sull’argomento, aveva nel 1917 messo a punto un metodo di cura immunizzante basato su sali di mercurio e antimonio (smalarina); ne nacque una controversia oggi quasi totalmente dimenticata ma durata molti anni e con interventi a livello internazionale. La smalarina fu comunque un prodotto venduto e largamente usato nella profilassi antimalarica nel decennio 1920-30. Cervesato, interprete autorevole della reazione antipositivistica, prende con decisione le parti del Cremonese in questo articolo utile anche e, forse, soprattutto per aggiungere un elemento alle connotazioni caratteristiche del medico sardo in merito alla sua trasposizione in “regole sociali” delle sue riflessioni di natura biologica.

L’efficacia della smalarina fu definitivamente smentita dal Consiglio superiore di sanità al termine della sperimentazione avviata a Posada (Nuoro) che il 19 giugno 1931 accolse le conclusioni del prof. Canalis che affermavano che “la smalarina non ha alcuna azione profilattica immunizzante contro la malaria”.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Poichè il coscienzioso articolo Terra e malaria del dott. A. Ilvento – ove si legge: «la guarigione della malaria non lascia dietro di sè immunità a contrarre un’altra volta la malattia» – trovasi nello stesso numero e a poche pagine dal mio L’Italia che emigra, ove mi fu grato segnalare «una serissima e grande scoperta italiana di immunizzazione dalla malaria», così mi pare doveroso dare, con le note seguenti, alcuni precisi ragguagli su tale scoperta – di evidente, capitale importanza – che, nel suo svolgimento, ha avuto in me uno dei più vicini spettatori.
Ne è autore, ho detto, uno scienziato italiano: il dottor Guido Cremonese, docente d’igiene all’Università di Roma.
Essa – come il lettore avrà modo tra breve di constatare – è il risultato di lunghissime osservazioni e di indagini diligenti e caute.
E, poichè delle une e delle altre io sono stato testimonio (prima e dopo il mio lavoro su la Campagna Romana), mi sembra debito di lealtà render pubblica la mia testimonianza.

Scarica gratis: L’immunizzazione dalla malaria di Arnaldo Cervesato.