L’imbecille è una commedia in un atto, scritta da Luigi Pirandello, della quale s’ignora la data di composizione. Il dramma è ispirato alla omonima novella del 1921. La commedia fu rappresentata per la prima volta al Teatro Quirino di Roma il 10 ottobre 1922.

Il giornale di provincia la “Vedetta Repubblicana” è un piccolo quotidiano politico la cui redazione è nella stessa casa del suo direttore Leopoldo Paroni. Le ore che precedono l’uscita nelle edicole sono frenetiche: i redattori portano concitate informazioni di uno scontro di piazza tra i sostenitori di opposti partiti politici.

Tra le altre notizie arriva alla redazione quella che riferisce che il comune amico Lulù Pulino, gravemente ammalato, si è tolto la vita impiccandosi.

Note biografiche tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/L’imbecille

Dall’incipit del libro:

La scena rappresenta il modestissimo scrittojo di Leopoldo Paroni, direttore della «Vedetta Repubblicana» di Costanova. La sede del giornale e nella casa stessa del Paroni, capo del partito repubblicano; e siccome il Paroni vive solo e disprezza tutti i comodi e anche (pare) la pulizia, disordine e sudiceria sono su tutti i mobili vecchi e malandati, e anche per terra. Si vedrà la scrivania ingombra di carte ammonticchiate, le sedie, qua e là, ingombre anch’esse di libri e d’incartamenti; giornali dappertutto; la scansia dei libri, coi libri cacciati sui palchetti alla rinfusa; un divanaccio di cuojo, con un cuscino da letto, sudicio, tutto strappato e con la borra che scappa fuori dagli strappi. La comune è a sinistra dell’attore. In fondo d’un uscio a vetri che dà nella sala di redazione del giornale. Un altro uscio, a destra, dà nelle stanze di abitazione del Paroni.
È sera; e al levarsi della tela lo scrittojo, al bujo, è a mala pena stenebrato dal lume della sala in fondo, che si soffonde attraverso i vetri opachi di quell’uscio.
A sedere e coi piedi tirati sul divanaccio, le spalle appoggiate al cuscino e sulle spalle un grigio scialle di lana, Luca Fazio, immobile, avrà un berretto da viaggio in capo, dalla larga visiera calata fin sul naso. In una delle mani, quasi ischeletrite e nascoste sotto lo scialle, un fazzoletto appallottolato. Ha 26 anni. Quando si farà luce nello scrittojo, mostrerà la faccia smunta, gialla, cadaverica, su cui è ricresciuta, rada rada qua e là, una barbettina da malato, sotto i biondi baffetti squallidi, spioventi. Di tratto in tratto, otturandosi la bocca con quel fazzoletto appallottolato, combatterà con una tosse profonda che gli ruglia nel petto. Dall’uscio a vetri illuminato si udranno per qualche minuto le grida scomposte di Paroni e dei redattori della «Vedetta».

Scarica gratis: L’imbecille di Luigi Pirandello.