(voce di SopraPensiero)

Siamo nell’era della tecnologia veloce e talvolta isterica, quella dove uno smile può contraddistinguere il tono, l’intenzione, il ritmo e l’intensità con la quale vogliamo caratterizzare una conversazione. Si tratta sempre di una rappresentazione della realtà attraverso la quale si tenta di riflettere gli stati d’animo, i sentimenti e lo spirto della giornata sugli schermi dei nostri telefonini. Ogni espressione facciale deriva da uno stato interiore, un pensiero determina un comportamento che produce un’emozione, allo stesso tempo un comportamento alimenta un pensiero che genera l’emozione principale. E l’emozione è sempre il minimo comun denominatore delle nostre azioni. Leggendo Paul Ekman( capire la Psicologia edizioni Hachette) ci si addentra nell’affascinante campo delle relazioni fra emozioni ed espressioni. Psicologo statunitense, nasce a Washington nel 1934 in una famiglia di religione ebraica. A tutti gli effetti è il pioniere dell’analisi delle emozioni in relazione alle differenti espressioni del viso. Ne deriva inevitabilmente una grande capacità di lettura e una conseguente descrizione del linguaggio non verbale. Con il Dalai Lama ha elaborato la mappa delle interiorità e delle strade nascoste e segrete del nostro vissuto attraverso l’Atlante delle emozioni; qui è in grado di spiegare il significato di 10.000 microespressioni, che sono riscontrabili in tutte le culture.

Nel suo lavoro di sperimentazione e di teoria vanno di pari passo le indagini antropologiche, tese a studiare le caratteristiche particolari di numerosi popoli, e gli esami psicologici che prendono come oggetto principale della ricerca il vissuto, l’esistenza e le intenzioni della persona nel suo rapporto con le scelte e le decisioni.

Qui il passato può influenzare il futuro sia nel caso in cui le esperienze di ieri ci creino un blocco interiore o una paura, sia nella situazione all’interno della quale un successo precedente può condurci verso un comportamento di conferma, o di rischio in un’opzione differente, di fronte ad un bivio.

Con i suoi lavori Ekman ha impresso un marchio inconfondibile sui programmi di formazione e metodologia riguardanti la gestione delle risorse umane ed il marketing strategico; ha insegnato con semplicità e passione quanto le parole contino accordate però a quel grande strumento musicale che è il corpo, seguendo con la stessa attenzione e concentrazione lo spartito dell’anima e dell’intelletto.

Gli stessi media si sono interessati alle sue scoperte ed al valore aggiunto della sua vena investigativa. Infatti ai suoi studi, alle ricerche e ai relativi esperimenti è stata ispirata la celebre serie televisiva Lie to me prodotta e diffusa dal network americano Fox dal 2009 al 2011. La mente di questo prodotto molto intelligente e di grande qualità di contenuto e di stile Samuel Baum ha studiato da vicino le teorie di Ekman dalle quali emerge la possibilità di rilevare a livello scientifico le bugie e le menzogne attraverso le espressioni del viso, applicandole ad una serie di situazioni poliziesche scritte appositamente. Durante la fase della sceneggiatura Ekman ha svolto un ruolo cruciale ed essenziale, quello di consulente scientifico e supervisore severo di ogni episodio. Il Dott Cal Lightman è interpretato da Tim Roth e ricalca in tutto e per tutto la figura di Ekman. Nel corso del primo episodio il dottore tiene una lezione per formare alcuni agenti del Fbi. Il filo conduttore delle tre serie è la direzione da parte di Lightman di un’agenzia di consulenza che collabora con le istituzioni investigative al fine di risolvere i casi e le casistiche più difficili e spinose.

Con un’analisi attenta delle facce, delle espressioni, dei discorsi e del linguaggio involontario del corpo Lightman individua emozioni, sentimenti, gelosie ed attrazioni sessuali. Il prodotto rispecchia il lavoro di Ekman al di là di narrazioni amplificate per finalità drammaturgiche. Ekman ha deciso sull’ondata di questo successo di sfruttare per buone finalità il web dando linfa ad un blog per fornire informazioni sulle espressioni ed i gesti più o meno comuni e ridurre le incomprensioni ed i fraintendimenti. Lie to me ed Ekman hanno il merito di aver mostrato a tante persone della vita di tutti i giorni quanto sia variegato il linguaggio non verbale dell’esistenza quotidiana e quanti sforzi mettano in atto gli individui consciamente ed inconsciamente per nascondere la verità o la bugia a seconda dei casi. Nel 2009 il Time ha inserito Ekmann fra le cento personalità più influenti del pianeta.

Un’ opportunità per volare sulle ali dei libri, della psicologia […]e delle pellicole.

David Taglieri