Più di 200 missive raccolte in un epistolario sul modello petrarchesco. Il corpus delle lettere dell’Ariosto, quasi sconosciuto fino alla seconda metà dell’Ottocento, è riportato alla luce grazie all’edizione Cappelli nel 1887. Scritti privati, relazioni diplomatiche e rapporti alle signorie. Lo stile, asciutto e immediato, riflette il realismo del poeta.

Dall’incipit del libro:

Nel presentare una terza ristampa delle Lettere di Lodovico Ariosto, mi è grato di averle potuto ordinare cronologicamente (cosa che non ebbi opportunità di fare nell’antecedente di Bologna, 1886), con introdurvi le nove lettere che venni pubblicando negli Atti e memorie di storia patria (Modena, 1868-75), ed accrescerle inoltre di sole altre cinque inedite che riescii a rintracciare da varie parti, più una scritta dall’Ariosto a nome del cardinale Ippolito d’Este, indicandole ai loro luoghi secondo il tempo che mi pervennero, ora cronologicamente ed ora in fine del volume. Tenni però separate le lettere ch’egli scrisse tanto a nome del cardinale suddetto, quanto a nome di Alessandra Benucci vedova Strozzi; e in appendice non lasciai di ripetere con alcune nuove osservazioni ciò che leggesi nell’edizione di Bologna, aggiungendo finalmente otto privilegi accordati per la stampa dell’Orlando Furioso, tratti dalle rarissime edizioni originali 1516 e 1532 e da documenti in parte inediti, formando essi un degno elogio al celebre autore, ma che non raggiunsero il vantaggio ch’egli sperava ricavarne.

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