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(voce di SopraPensiero)
Nel 1933, in questo che egli stesso definisce «libricino», Niccola Gabiani pubblica 18 lettere indirizzate da Teofilo Barla alla madre, ritrovate nel corso di lavori di ristrutturazione dei locali che furono da lei abitati.
Queste lettere coprono un breve arco di tempo (1848-1851) e dovevano far parte di un epistolario ben più ampio. Barla, che nel corso della sua vita e con alterne vicende fu al servizio (nelle cucine) di quattro re di Casa Savoia, esprime la sua profonda affezione alla madre – che solo dopo reiterate richieste gli rivelerà un doloroso segreto che riguarda la sua nascita – alla quale narra episodi lieti e drammatici che gli sono occorsi da quando venne inviato «a servizio» e che si incrociano con importanti eventi storici – di cui egli fu spettatore e talvolta protagonista – e con curiosi particolari della vita di corte che molte volte, pur non essendo menzogneri, rasentano il pettegolezzo. Non mancano alcune ricette di sua invenzione, che mostrano il continuo studio di Teofilo Barla per perfezionare l’arte culinaria.
Sinossi a cura di Armanno Armanni e Catia Righi
Dall’incipit del libro:
Oh Madre mia adorata!
Finalmente posso notiziarti di un maraviglioso accadimento!
Il tuo figliuolo sta finalmente principiando la sua ascesa negli alti ranghi delle Reali Cucine, trascorsi ben oltre sette lustri da allorquando ivi pervenne poscia essere stato strappato dal tuo seno da indegna e traditrice mano inguantata nel mentre che sortia dalla seconda età di sua vita.
Oh Madre mia diletta!
Pria di di dirti qual’è la cagione della mia immensa gioja debbo narrarti che il trascorso anno, allorquando festeggiavasi il tempo dell’Epifania di nostro Signor Gesù Cristo, a Sua Altezza Reale furono omaggiati numerosi frutti di quegli alberi dell’Oriente che sono appellati cocchi e che nomansi noci di cocchi.
Tali frutti furonmi affidati dal Capo di Cucina Giovanni Vialardi affinchè io ne traessi uso alimentare difforme da quello usuale, ovverosia il manducarne l’eburnea polpa che trovasi entro la noce, che è di gusto simile a quello della miglior avellana o il suggerne il liquido zuccarino che ristagna entro tale polpa e poscia plurime sperimentazioni pervenni alla definitiva ricetta.
Scarica gratis: Lettere a mamma Margherita dalla corte sabauda dal 10 gennaio 1848 al 7 aprile 1851 di Teofilo Barla.