Les préludes è il terzo dei tredici poemi sinfonici di Franz Liszt. La prima esecuzione venne diretta dallo stesso Liszt, e nell’aprile del 1856 venne pubblicato lo spartito, mentre nel gennaio del 1865 fu la volta degli spartiti orchestrali, sempre per i tipi di Breitkopf & Härtel di Lipsia.
Fra i poemi sinfonici di Liszt, Les préludes è sicuramente il più famoso. Nel corso della seconda guerra mondiale, il motivo della fanfara della marcia finale divenne il tema principale del giornale radio della Wehrmachtbericht e dei cinegiornali del Die Deutsche Wochenschau.
Il titolo completo “Les préludes (d’après Lamartine)” si riferiva all’ode di Alphonse de Lamartine, Nouvelles méditations poétiques. La pubblicazione comprende una prefazione, che non venne scritta da Lamartine.
Nell’autunno 1857, nell’Anregungen für Kunst, Leben und Wissenschaft (“Consigli per arte, vita e scienza”) di Franz Brendel, Felix Draeseke pubblicò un saggio con l’analisi di Les préludes. Egli sostenne che era un programma sul quale si era basato il lavoro del compositore. Il saggio venne letto e approvato da Liszt. Nonostante questo, la prefazione venne aggiunta soltanto quando la composizione era già finita, e pertanto non può essere considerata come fonte di ispirazione di Liszt, mentre stava componendo l’opera. Inoltre è discutibile se o in che misura sia stato influenzato dall’ode di Lamartine. Secondo Peter Raabe (1931), il poema sinfonico di Liszt non aveva nulla a che fare con essa. La posizione di Raabe venne condivisa da Emile Haraszti (1953). Entrambi gli autori sostennero che Liszt prese uno dei suoi vecchi pezzi, un’ouverture a suo tempo composta per un ciclo di pezzi per coro maschile non pubblicato, Les quatre élémens, al quale successivamente diede il nome “Les préludes”, riferendosi a Lamartine.
La visione di Raabe e Haraszti venne controbattuta da Alexander Main (1979) il quale tentò di dimostrare che vi era una stretta relazione fra l’opera di Liszt e l’ode di Lamartine. Da ciò concluse che Liszt dovette comporre Les préludes seguendo il modello programmatico dell’ode, potendo aver preso qualche elemento dalla pregressa ouverture a Les quatre élémens. Andrew Bonner (1984), comunque, in una relazione che venne letta all’annuale incontro di Filadelfia della American Musicological Society, giunse alla conclusione che la visione di Main era sbagliata. La posizione di Bonner venne sostenuta da Rena Charnin Mueller (1986). In una versione edita del suo articolo, Bonner (1986) provò a portare ulteriori prove a sostegno del suo punto di vista.
Lo stesso Liszt, in una lettera ad Eduard Liszt del 26 marzo 1857, diede ancora un altro suggerimento per quanto riguarda il titolo di “Les Préludes”. Secondo quanto scritto, “Les préludes” era solo il preludio al percorso della sua composizione. Infatti, con la prima esecuzione dell’opera era stato introdotto un nuovo genere musicale. Les Preludes fu il primo esempio di un’opera per orchestra, che era stata eseguita come “poema sinfonico”. In una lettera a Franz Brendel del 20 febbraio 1854, Liszt lo aveva definito “uno dei miei nuovi lavori per orchestra (“Les Preludes”)”. Due giorni dopo, in un annuncio del concerto del 23 febbraio, sulla Weimarische Zeitung del 22 febbraio 1854, veniva indicato “Les preludes—symphonische Dichtung”. Il termine “poema sinfonico” potrebbe essere stato coniato in quella occasione.
Note tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Les_préludes
Scarica gratis: Les Préludes di Franz Liszt. Nicolaj Golovanov dirige l’Orchestra Sinfonica di Radio Mosca in una esecuzione del 1953.