(voce di SopraPensiero)

 

Pubblicato Le vie del peccato di Ugo Ojetti.

Siamo in un’epoca e di fronte a una mentalità nella quale le «vie del peccato» sono ancora spesso concepite come popolate esclusivamente da donne che «cadono» e uomini che «trionfano». Così è in questa raccolta di novelle dove adulteri, seduzioni, tradimenti sono i «peccati» di cui si parla, in un tono un po’ frivolo, fra psicologico e mondano.

Sinossi a cura di Catia Righi

Dall’incipit del libro:

— Gl’italiani sono troppo scettici. Non so perché le nostre amiche, quando ci imbarchiamo per l’Europa, ci ripetano con tanta ostinazione che voi italiani siete pericolosi perché siete troppo appassionati.
Questa definizione era data con molta flemma sul ponte del Kaiser Wilhelm a non so più che grado di latitudine e di longitudine, una sera del settembre scorso, da una piccola americana che aveva freddo e che sdraiata su la lunga sedia di vimini, fasciata da una coperta gialletta soppannata di turchino, col cappuccio della cappa sui capelli biondi, con le braccia conserte sotto la cappa chiusa, parlava fissando la luna. Aveva una voce calda e lenta, appena appena nasale, con certi punteggiamenti d’energia su le prime sillabe delle parole sdrucciole che compensavano l’immobilità delle mani e degli occhi. Io però conoscevo bene le sue mani e i suoi occhi perché glieli avevo già baciati qualche volta nell’ozio dei quattro giorni d’oceano, dopo aver salpato dallo scalo di Oboken. Le mani erano piccole ed esangui, gli occhi erano grandi e cilestri. E le labbra? Le labbra erano esili e rosee, e, a vederle, crudeli.
— È stupido l’amore con gli scettici. Non si riesce a farli soffrire.
La luna faceva un gran tremare su la quieta acqua infinita e nel cielo spegneva quasi tutte le stelle.
— Ma quanti italiani avete conosciuti, per sentenziare così? – domandai io con prudenza.
— Quanti bastano, – mi rispose la bionda, invisibile immobile sibillina.