Nonostante il genere letterario del “giallo” resista con successo da oltre 170 anni – August Dupin fu creato da Poe nel 1841 – l’occhio sospettoso del critico continua a considerarlo “bassa letteratura”. Si tratta invece di un genere nel quale si sono cimentati brillantemente poeti, economisti, storici, scienziati, filosofi, spesso con una sola storia “poliziesca”.

Non può meravigliare quindi che anche l’eclettico Bertinetti abbia sondato questa strada letteraria con questa serie di racconti che sono una sorta di divertissement intellettuale e che si collocano in un’epoca in cui il giallo italiano muoveva i primi passi. Nel 1895 era stata tradotta per la prima volta in Italia una serie di racconti di Sherlock Holmes; Jarro aveva già scritto la sua “quadrilogia” gialla con protagonista il Commissario Lucertolo, e il romanzo giudiziario italiano aveva avuto poi come cardini di svolgimento Il cappello del prete di De Marchi, fino a giungere, nel 1908, al Segreto del nevaio di Farina.

In questo contesto Bertinetti si inseriva pubblicando sulla rivista «Forum», da lui ideata e diretta nei primi anni del ’900, i racconti di Cutt-Hardy (poi raccolti nel volume che presentiamo adesso in edizione elettronica e dove l’investigatore viene “ribattezzato” Kutt-Hardy nel titolo e nella prefazione) celando la propria identità sotto lo pseudonimo “onomatopeico” Herbert Bennett.

Durante l’epoca d’oro della narrativa “gialla” – che possiamo collocare tra il 1920 e il 1940 – la geniale Dorothy Sayers, prefando il volume Great short stories of Detection Mistery and Horror, tentò una classificazione del genere proponendo nella “detection” l’enigma da risolversi razionalmente, nel “mistery” l’enigma che punta sul coinvolgimento emotivo e nell’“horror” l’enigma che si alimenta di fantastico e soprannaturale. Questi brevi racconti del Bertinetti si situano con certezza nel genere “detection” e non manca l’autore di introdurre gli elementi di ironia che gli sono caratteristici (pensiamo per esempio al fatto che lo stesso personaggio di infallibile detective lo troviamo a fare la figura dell’ottuso e vanaglorioso nei capitoli finali di Le orecchie di Meo).

Il giallo odierno si trova oggi ad essere tentato da spunti di noir; Bertinetti in un certo qual modo li anticipa, inserendoli con sapiente dosaggio nel riposante ambiente ovattato della borghesia italiana di inizio XX secolo. E risultano essere una variazione gradevole nella rapidità del racconto stesso e nella sua capacità di costruire tensione emotiva. Così, attraverso una “corsa agli armamenti” che vede da un lato i malfattori appropriarsi di tecniche di ipnotismo e di strumenti all’avanguardia per governare palloni areostatici, e dall’altro gli investigatori poter usufruire di potentissime lenti e sfruttare il riconoscimento delle impronte digitali ma sempre e soprattutto l’efficientissimo metodo deduttivo portato in auge da Sherlock Holmes, c’è spazio alla fine per una riflessione filosofica sui limiti etici che deve porsi la scienza nelle sue sempre più sofisticate ricerche.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

La mente umana – incominciò Cutt-Hardy – è di una prodigiosa fecondità nell’escogitare forme di vendetta. Il desiderio di vendicarsi di un nemico, e nel medesimo tempo di sottrarsi all’occhio vigile della giustizia, ha reso fertile l’ingegno del vendicatore di delitti raffinati ed abilmente preparati. Quanti crimini rimasero nell’oscurità e non caddero sotto gli sguardi degli uomini solo perchè gli uomini si lasciarono gabellare per morti naturali, veri assassinii perpetrati con profondità di scienza! Il codice è impotente a punire certi assassini, perchè nessun articolo di legge potrà mai colpire certi atti che pure, in fondo, costituiscono tante stilettate sul cuore della vittima designata.
Ciò che mi accingo a narrarvi – o miei buoni amici – vi dimostrerà fino a qual punto può andare la diabolica raffinatezza nel delitto. È una delle vendette più originali che io conosca.
Il giorno 13 ottobre 1902 moriva nel suo ufficio, alle ore 11 e quaranta minuti, il ricchissimo costruttore di macchine agricole Edward Campbell: egli moriva di aneurisma, improvvisamente, dinanzi a suo nipote Giorgio Campbell, che lavorava nel medesimo ufficio, ad uno scrittoio poco discosto. I medici constatarono la morte senza nulla trovarvi di anormale. I funerali furono splendidi perchè Campbell, notissimo a Chicago, era amato per la sua generosità, benchè, lui vivente, a mezza voce si narrasse una vaga storia di donna verso la quale egli avrebbe agito molto crudelmente. Ma nessuno dava importanza a questa vecchia storia.

Scarica gratis: Le avventure di Kutt Hardy. Il rivale di Sherlock Holmes di Giovanni Bertinetti.