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Nikolaj Vasil’evič Gogol’ (in russo: Никола́й Васи́льевич Го́голь) è stato uno scrittore e drammaturgo ucraino. Già maestro del Realismo, si distinse per la grande capacità di raffigurare situazioni comico-mostruose sullo sfondo di una desolante mediocrità umana. Tra le opere più significative si ricordano i racconti Taras Bulba (1834) e Arabeschi (1835), la commedia L’ispettore Generale (1836), la raccolta I Racconti di Pietroburgo (1842) e il romanzo Le anime morte (1842).

Biografia

Nikolaj Vasil’evic Gogol’ nacque il 20 marzo 1809 a Velikie Soročincy, villaggio nell’Oblast di Poltava in Ucraina, da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Il padre fu scrittore di commedie in lingua ucraina.

Venne ammesso nel 1821 al liceo dove iniziò i suoi studi letterari. Iniziò a scrivere ufficialmente nel 1825. Tra i racconti più significativi di questi anni abbiamo: I masnadieri, una tragedia andata perduta, I fratelli Tverdislavič e Qualcosa su Nežin, ovvero per gli stupidi la legge non è scritta. Nel 1828 concluse gli studi e, trasferitosi a Pietroburgo intraprese una carriera di burocrate mantenendo viva la passione per la Letteratura.

Nel 1829, assunto lo pseudonimo di V.Alov, pubblica il Ganc Kjuchel’garten, iniziato nel 1827, subito stroncato dalla critica. Partì allora per l’estero, visitò la Germania e specialmente Lubecca e Amburgo nel 1829. Tornò a Pietroburgo e si occupò degli immobili pubblici, prima, e dei beni patrimoniali, poi.

Nel 1831, conobbe il poeta Aleksandr Puškin e nello stesso anno pubblicò la sua prima opera di successo Veglie alla fattoria presso Dikan’ka, e oltre a questa diverse opere: La fiera di Soročincy, La sera della vigilia di Ivan Kupalo, La notte di maggio (o L’annegata) e La lettera smarrita. Nel 1832 pubblicò il secondo volume delle Veglie alla fattoria presso Dikan’ka e, durante un suo soggiorno a Mosca, conobbe molti intellettuali quali Michail Petrovič, Sergei Timofeevič Aksakov e Michail Nikolaevič Zagoskin. Nel 1834 fu nominato Professore aggiunto di Storia (tratta specialmente quella ucraina) all’Università di Pietroburgo. Nel 1835 pubblica gli Arabeschi, La prospettiva, Il ritratto e Mirgorod, una raccolta di racconti in due parti; inoltre, “per motivi organizzativi” non gli fu rinnovato l’incarico di Professore, così, nel 1836, si dedicò febbrilmente alla produzione di racconti, pubblicati sul Sovremennik (Il contemporaneo). Tra questi racconti spiccano: Il calesse, Il mattino di un funzionario, Il Revisore e l’articolo Della letteratura nelle riviste del 1834-1835. In aprile va in scena il ben noto Ispettore Generale che costituì uno snodo importante nella sua vita. Deluso infatti per il magro successo della commedia a Pietroburgo, al quale comunque fece da contraltare il buon responso moscovita, Gogol’ decise di mettersi in viaggio verso l’Europa, dove soggiornò a lungo.

Partito per la Germania, visita città come Aquisgrana, Düsseldorf e Brema. Giunge anche in Svizzera in agosto, dove, a Vevey, riprende a scrivere Le anime morte. In ottobre esce il racconto Il naso, che precede la partenza per Parigi, dove incontra il poeta polacco Adam Mickiewicz. Nel 1837 inizia a studiare la lingua italiana in occasione del suo soggiorno in Italia.

Vive a Roma in via Santo Isidoro n.17 e frequenta diversi scrittori russi residenti nella città del papa, specialmente Ivanov e Å apovalov. Conosce il letterato Pagodin e Giuseppe Gioacchino Belli. Torna a Mosca nel 1839. Nel 1842 pubblica Il cappotto e sulla rivista Moskvitjanin (in Italiano Il Moscovita) la novella Roma e inizia la pubblicazione de Le anime morte. In ottobre torna a Roma e affitta una casa in via Felice n.126.

Tornato a Pietroburgo in dicembre, scrive e mette in scena l’opera Matrimonio.

Nel 1843 pubblica in quattro volumi tutte le sue opere, che comprendono anche Il cappotto, poi ritorna in Germania, a Düsseldorf, dove abita con il poeta Vasilij Žukovskij. L’anno seguente va in scena La lite.

Nel 1845 si ammala a Francoforte e si trasferisce prima Praga, poi torna nuovamente a Roma, dove continua il lavoro del secondo volume de Le anime morte. Pubblica i Brani scelti della corrispondenza con gli amici e diventa amico del religioso Konstantinovskij, che finisce per aggravare la sua nevrosi. Nel 1848 visita Malta, Costantinopoli, Gerusalemme e Odessa; torna a Mosca in settembre, dove incontra il drammaturgo Aleksandr Ostrovskij. Nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 1852 brucia la seconda parte de Le anime morte a causa di una crisi religiosa.

Il 20 febbraio 1852, dopo aver rifiutato varie volte di curarsi, i medici gli applicano le sanguisughe e così muore il 21 febbraio. Viene sepolto quattro giorni dopo nel Monastero di San Danilo.

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