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Festa teatrale scritta in Vienna l’anno 1732, ed eseguita alla presenza de’ regnanti con sontuosa magnificenza la prima volta con musica del Caldara nella gran piazza di Linz, capitale dell’Austria superiore; dove trovandosi allora con tutta la cesarea corte l’imperator Carlo VI per ricever l’omaggio di quella provincia, si festeggiò il 28 d’agosto, giorno di nascita dell’imperatrice Elisabetta, per comando dell’augustissimo consorte.
Dall’incipit del libro:
VEN.
Figlio, mia Forza e mia
Unica gloria, unico ben, che fai?
Fuggi, ah fuggi. Non sai
Che tutto a’ danni tuoi congiura il Cielo?
Quante volte tel dissi: ‘Adopra, Amore,
Adopra co’ mortali
L’arco, gli strali, e non turbar gli dèi’?
Perché fanciullo sei.
Molto da te si è tollerato; e tutto
Ti credesti permesso,
Finché l’audacia tua giunse all’eccesso.
Che farai, se la schiera
Degl’irritati dèi
Ti scopre, ti raggiunge, e innanzi a Giove
Prigionier ti conduce? Onde soccorso,
Onde speri difesa? Ognun si lagna
Di qualche oltraggio antico:
E il tuo giudice istesso è tuo nemico.
Deh toglimi al tormento
Di vederti punir! Da queste sponde
Corri lungi a celarti;
Salvati, o figlio: eccoti un bacio, e parti.
Ma tu mi guardi e ridi? In questa guisa
Schernisci il mio timore?
Ah quel riso crudel degno è d’Amore.
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