Romanzo storico di Francesco Grasso

Chiunque frequenti librerie nel mondo reale e/o bookstore sulla rete ha contezza di quanti romanzi storici si pubblichino in Italia ogni anno. E sa che, nell’ambito di questo bulimico genere letterario, i romanzi ambientati ai tempi dell’antica Roma rappresentano una buona fetta della torta.

L’armata degli elefanti
L’armata degli elefanti (Immagine di copertina generata con IA)

A dispetto di cotanto l’affollamento editoriale, “L’armata degli elefanti” riesce tuttavia a distinguersi. In particolare per la scelta della voce narrante. Tra le pagine di quest’opera, infatti, a dar conto del conflitto tra repubblica romana e Pirro avvenuto nel terzo secolo avanti Cristo non è il sovrano d’Epiro, né un console o un generale dell’Urbe. È invece Tifone, capobranco dei ventidue elefanti da guerra epiroti, sbarcati in Italia ben sessant’anni prima dell’analoga impresa di Annibale (che peraltro aveva con sé solo un pugno di pachidermi e li perse quasi tutti prima di varcare le Alpi).

Sfruttare il punto di vista di un animale consente all’autore di esprimere, col necessario distacco e libertà di pensiero, considerazioni disincantate e a volte provocatorie sulla società umana (“dei due zampe”, direbbe Tifone). Il pachiderma protagonista del romanzo, difatti, osserva gli eventi e giudica dall’esterno i paradossi, le assurdità, le ipocrisie che governano, in pace e soprattutto in guerra, le azioni della nostra specie. Talvolta ne ride, più spesso ne prova vergogna. Come forse dovremmo fare anche noi sedicente “specie dominante”.

Dicevamo della guerra tra Pirro e Roma. Tutti abbiamo studiato, sulle pagine di Plutarco e dei classici testi scolastici, che il re d’Epiro traversò l’Adriatico chiamato in soccorso da Taranto, ricca città della Magna Grecia minacciata da Roma; che sconfisse le legioni grazie agli elefanti (i romani non li avevano mai visti prima, tant’è che li battezzarono erroneamente “buoi lucani”); che le sue vittorie furono così sofferte e inconcludenti da divenire luogo comune, le celeberrime e iper-citate (anche a sproposito) “vittorie di Pirro”.

Non tutti, invece, sanno che il re d’Epiro ambiva a eguagliare le gesta dell’antenato Alessandro il Grande; che – non pago d’aver sfidato Roma – attaccò anche i cartaginesi in Sicilia scacciandoli quasi totalmente dall’isola; che le circostanze della sua morte, a dir poco bizzarre, generarono un secondo celebre adagio, (ab)usato anche ai nostri giorni.

Pochi, infine, conoscono come, negli eserciti antichi, fossero realmente impiegati gli elefanti, come questi ultimi venissero addestrati, imbarcati sulle navi, equipaggiati per la battaglia e motivati alle cariche. E soprattutto cosa i pachidermi – animali ben più avveduti e intelligenti dei cavalli, dotati anche di una profonda sensibilità, emozioni e spirito gregario – pensassero delle imprese sanguinose in cui i loro padroni umani li coinvolgevano. Una lacuna che questo romanzo si propone, grande-piccola ambizione, di colmare.

L’armata degli elefanti
Romanzo storico di Francesco Grasso
0111 Edizioni
marzo 2024

Dalla quarta di copertina

Questa è la storia di come Tifone figlio di Astreo, capobranco degli elefanti dell’esercito d’Epiro, venne imbarcato su una triere, condotto in Apulia a combattere le legioni romane, e poi in Sicilia contro gli eserciti cartaginesi. È la storia di Pirro, re e guerriero, che sognava di raggiungere la gloria ed emulare Alessandro Magno, e che fece tremare Roma sui campi di battaglia. È la storia di Cinea, retore e filosofo, che tentò invano di portare pace tra le città-stato della Magna Grecia e l’Urbe. Ed è la storia di Dafne, figlia del più talentuoso ceramista di Taranto, che scoprì come la guerra non risparmi le fanciulle e che anche lei, come la creta dei vasi di suo padre, per farsi tenace contro le ingiurie del mondo, doveva rassegnarsi ad affrontare il fuoco.

L’autore

Francesco Grasso è nato a Messina nel 1966. Ingegnere Elettronico, vive e lavora a Roma. Ha pubblicato i romanzi “Ai due lati del muro”, “2038: la rivolta” e “Il matematico che sfidò Roma” con Mondadori, “Il baratto” con Perseo, “Enea” con Stampa Alternativa, “La leggenda del re bianco” e “La moglie di Dio” con Ensemble, “I due leoni” e “La versione del Guiscardo” con 0111 Edizioni, “1908 la notte del terremoto” con Meridiano Zero, “Jesse James delle Due Sicilie”, “Nel ventre di Napoli”, “La guerra di Leonardo” con Delos Digital. Ha vinto numerosi premi letterari, tra cui il premio Urania (2 volte), il premio Cristalli Sognanti, il premio Space Trucker, il premio Cuore di Tenebra, il premio Città di Ciampino, il premio I Libri di Morfeo, il premio Camuni Narrativa, il premio Argentario, il premio Città di Sarzana, il premio Sandomenichino, il premio Iannas, il premio Città di Grottammare. Alcune sue opere sono state tradotte in inglese e spagnolo e pubblicate all’estero.

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