Pubblicato L’Antologia di Gian Pietro Vieusseux di Paolo Prunas.

Dall’incipit del libro:

In un giornale di letteratura, che a’ giorni suoi belli godette di buona rinomanza, comparve, non sono molt’anni, un articoletto, nel quale si asseriva che la storia dell’Antologianon più fosse da scriversi. E l’autore di quell’articoletto, che non era un gran che e non valeva gran cosa, può con profitto risparmiare a sé la lettura di questo libro, nel quale mi sono appunto proposto di tutta narrare la storia del giornal fiorentino. Per gli altri (né forse son pochi), spero non aver fatto lavoro inutile in tutto. Que’ dodici anni di vita dell’Antologia ebbero nello svolgimento del pensiero italiano tale importanza, che molti per certo sono i libri ne’ quali, più o men brevemente, a quella vita si accenna: del come, giudichi il lettore da sé. Io rammento soltanto che in un libricciuolo (dove spesso è discorso di una Casa d’Est, quasi avesse anche a esserci una Casa d’Ovest), d’altre cose parlando si tocca dell’Antologia; e si dice il Vieusseux «un distinto giovane, […] dotato di buoni studî, conosciuto da tutta la società intelligente fiorentina„; il quale «già dal 1817 dimorava in Firenze„: il Vieusseux, che anco innanzi al ’17 vi era pur stato, ma ripartitone per lungo viaggio, solo nel ’19 vi pose sua stanza; il Vieusseux, che aveva allora già oltrepassato il quarantesimo anno; l’educazione del quale, il Tommaséo, amico carissimo suo, riconosceva «non assai letteraria„; che da sé stesso, anzi, confessava di «poco„ aver letto innanzi che l’attività sua gli aprisse altra via che quella de’ commerci; e tanto conosciuto nel primo suo fermarsi in Firenze, che il Niccolini (ma non so s’egli facesse parte della «società intelligente„) il Niccolini, nell’aprile del ’20 (tre mesi cioè dopo aperto al pubblico il Gabinetto), scriveva al Capponi: «Un certo Vieusseux ginevrino ha messo qui un gabinetto di lettura„.