Nell’antica Grecia, a Lesbo, c’era Saffo, che odorava già il tormento della gelosia che l’amore porta con sé fino a scambiarlo per malattia, eppure deponeva le armi per arrendersi al dolce dolore.
«A me pare uguale agli dei
chi a te vicino così dolce
suono ascolta mentre tu parli
e ridi amorosamente. Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce
si perde sulla lingua inerte.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle
e ho buio negli occhi e il rombo
del sangue alle orecchie.
E tutta in sudore e tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a me rapita di mente.»
L’attenta descrizione della sintomatologia d’amore rende bene il bruciante sentore che infiamma nel corpo dell’innamorato, eppure la vittima d’amore non demorde, insiste con una forza e un “masochismo” oscura alla razionalità. Si è voluto trovare spiegazione nel volere di un essere divino, che avrebbe predestinato l’uomo a tale destino, muovendo le fila delle sue sorti dall’alto della sua cosmica indifferenza al dolore umano. Eppure attraversando il tempo si legge di Catullo, innamorato non corrisposto, e del suo amore ed odio per Lesbia.
«Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia.
Non lo so, ma sento che ciò accade, e mi tormento.»
Si tratta dei versi più conosciuti di Catullo che custodiscono l’eterna verità sul sentimento dell’amore e schiudono la medesima domanda: perché amare se è sinonimo di sofferenza?
«Che sia l’amore tutto ciò che esiste
è ciò che noi sappiamo dell’amore;
E può bastare che il suo peso sia
uguale al solco che lascia nel cuore»
– Emily Dickinson
I poeti hanno sconfitto il tempo con le proprie poesie d’amore, attraversano di secoli e raccontando senza sosta dei proprio tormenti e delle proprie passioni, passandosi il testimone per continuare l’indagine e la ricerca. La missione continua ancora oggi e nel frattempo uomini nascono, amano, muoiono, la terra compie tutti i giri che deve e il ciclo ricomincia tutto da capo… forse non c’è una risposta, forse si deve solo vivere con il cuore aperto e pronto ad accogliere le bellezze del mondo, ci sarà una rivelazione che dirà a ciascuna persona dove e in che modo riversare tutto il proprio amore.
«Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.
T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.»
– Pablo Neruda