Il rientro dalle vacanze di Giorgia Meloni è accompagnato dal revival di politici in ombra. Opportunismo, trasformismo e promesse non mantenute: chi potrebbero essere i fantasmi che bussano alla porta della premier?
Il rientro di Giorgia Meloni: Promesse tra scetticismo e disperazione
Giorgia Meloni è ricomparsa a Palazzo Chigi come un’eroina di ritorno da un’avventura estiva, con un carico di promesse che suonano tanto familiari quanto consumate. Sorridente e rigenerata, la premier ha fatto sfoggio di un linguaggio studiato, volto a rassicurare i suoi sostenitori e, forse, convincere anche sé stessa che la fiducia verso di lei non sia evaporata insieme alle temperature estive, anche se i sondaggi vanno ancora bene… Ma non è detto che basti qualche dichiarazione ad effetto per rianimare gli entusiasmi in via di infiacchimento. Una certa stanchezza si percepisce anche nei suoi più fedeli sostenitori, che potrebbero cominciare a non credere più ai piani di rilancio annunciati tra un reel e l’altro. Meloni potrebbe allora avere bisogno di volti nuovi, o meglio, di vecchie conoscenze da riesumare, per rimpolpare i ranghi o vivacizzarli, magari pescando tra quei politici usciti dal giro e affamati di un nuovo posto al sole? Ma questi “ritorni” basteranno a ridare linfa a una macchina governativa che rischia di arrugginirsi?
Nunzia Di Girolamo: l’eccezione che conferma la regola
Nel panorama dei desaparecidos politici, Nunzia De Girolamo rappresenta una figura quasi anomala. Ex ministra, ora conduttrice televisiva, sembra godersi la sua seconda vita lontano dai giochi di Palazzo. La De Girolamo, tradita dalle “manine femminili” durante una notte elettorale e disillusa dalle dinamiche politiche, appare soddisfatta del suo percorso. Ha ringraziato Meloni per il sostegno, ma non sembra minimamente interessata a rientrare nell’arena politica, preferendo la luce dei riflettori Rai. È un’eccezione rara in un panorama di ex colleghi che scalpitano per tornare a calcare le scene politiche: un esempio di chi ha capito quando è il momento di cambiare strada, senza guardarsi indietro.
Desaparecidos a Cinque Stelle: Tra trasformismo e nostalgie
A differenza della Di Girolamo, gli ex pentastellati sembrano non riuscire a staccarsi dal palcoscenico politico, come attori di una commedia già vista che non vogliono abbandonare la scena. Peraltro, con l’attuale lotta fra Conte e Grillo anche lo stesso movimento è a rischio scissione o addirittura implosione! Figli di un’area politica senza una vera e propria anima ideologica, Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico sono solo alcuni dei nomi che, pur provando ad allontanarsi, tornano puntualmente a parlare di politica come vecchi marinai che non riescono a lasciar perdere il mare. Di Maio, tra una missione diplomatica e una frecciata al M5S, non perde occasione per ritagliarsi un ruolo da profeta disilluso, mentre Di Battista, sempre in bilico tra il ritiro e il rientro, continua a flirtare con l’idea di un ritorno, magari sotto mentite spoglie. E poi c’è Fico, che nonostante il basso profilo, è sempre lì a cospirare contro il vecchio nemico interno. Desiderio di rivincita, opportunismo e trasformismo gattopardesco sembrano essere i tratti distintivi di questi reduci a Cinque Stelle.
La tentazione del ritorno: chi spera in una chiamata della Meloni
Con una Meloni in cerca di nuove energie per rilanciare la sua azione di governo, il circo dei desaparecidos si potrebbe rinfocolare. Sono in tanti effettivamente a sperare, in segreto o meno, in una chiamata che li rimetta in gioco. Fantapolitica o meno, una telefonata della premier non potrebbe farli correre a Palazzo Chigi come falene attirate dalla luce? Chissà se figure come Toninelli, Morra e persino il sempreverde Dibba sarebbero pronti a fare carte false pur di sedersi nuovamente su una poltrona istituzionale, anche se offerta dal vecchio nemico? La fame di potere è certamente un sentimento che, una volta provato, non si scorda facilmente, e l’idea di tornare a contare qualcosa è di solito troppo irresistibile per questi vecchi lupi del Parlamento. Sarebbe comunque l’ennesima dimostrazione che in politica nessuno è mai davvero fuori, e che basta un’occasione per riemergere dal limbo.
Tra voltagabbana e vecchie glorie: uno scenario da incubo per Meloni?
Se Meloni decidesse davvero di aprire le porte a questi ex reietti, il rischio di trasformare la sua squadra in una sorta di arca di Noè per animali politici smarriti di ogni estrazione e origine, sarebbe più che concreto. C’è chi ricorda ancora che l’arruolamento di voltagabbana abbia in passato potuto essere l’ultimo disperato tentativo di mantenere saldo il timone di un governo asfittico. Ma come la prenderebbero gli elettori? L’idea di vedere volti ormai consumati, protagonisti di mille trasformismi, al fianco di una leader che si è sempre vantata di essere diversa dal resto del panorama politico, potrebbe rivelarsi una mossa suicida. Le promesse di rinnovamento rischierebbero vieppiù di scontrarsi con l’amara realtà di una politica che, come sempre, ricicla sé stessa all’infinito.