Questa breve novella, del 1923, intreccia le vicende degli spostamenti di un cavallino friulano, trasferito da un padrone all’altro, con quelle dell’ultimo anno di guerra, dagli avvenimenti che precedono la disfatta di Caporetto fino alla vittoria.

Pur attenta a come può essere diverso l’evento bellico se visto dalla povera gente o dai “signori”, l’autrice dà ampio risalto al patriottismo semplice e sincero vissuto dagli occhi del cavallino, che deve il suo nome al monte Sisemol, località cruciale sul fronte della prima guerra mondiale. Mandato a Roma, in ambiente a lui davvero estraneo, Sise fa il diavolo a quattro per poter tornare a casa.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Oggi parte Sise. Par questa circostanza solenne gli hanno fatto un’accurata toilette; gli hanno tosato il mantello roano che il freddo aveva reso un po’ ispido e lungo; gli hanno regolato la coda e la criniera, messo una bella coperta verde-scuro filettata di giallo, come a cavallino rispettabile si conviene.
Oggi parte. Dell’importanza di questo avvenimento Sise non si rende conto. E poichè è giovane, ed è vivace, drizza le orecchie, sbuffa dalle frogie, sgambetta gaiamente verso la stazione, e di tanto in tanto fa qualche salto d’allegria.
Nina, la cavallina bianca, che è stata per quattro anni la sua compagna, quando l’ha visto uscire dalla stalla, lo ha salutato con due nitriti lunghi e appassionati, ma certo senza sapere, anche lei, – per abitudini di amitié amoureuse, – e Sise, sgambettando distratto, le ha risposto con un nitrito breve e impaziente, quasi per convenienza, come a dire: – Che anticaglie!
Sise va a Roma. È chiamato a più alti destini. Fra pochi giorni si pavoneggerà per il Corso o per Villa Borghese. Non tornerà mai più quassù. Ma non lo sa, e perciò non si volta neppure indietro guardare il Grappa, e i paesini arrampicati a mezza costa dove ci ha portati tante volte col suo bel trotto preciso facendo giulivamente tintinnare il campanello, nè la villa colle due torri, e la bella scuderia dove trovava sempre un fieno profumato e un alto e soffice letto. Non si volta neppure a guardare Pig, l’uomo di stalla, che per quattro anni ogni mattina lo ha strigliato e spazzolato amorevolmente; Pig, l’uomo brutto dal cuor dolce e dall’aspetto feroce, sopranominato in casa «il buon Venerdì».

Scarica gratis: La partenza di Sise di Paola Drigo.