Scritto nel 1913 all’indomani della guerra dei Balcani, il testo di Zoli, che il quel frangente era corrispondente di guerra in Bulgaria, si concentra su uno specifico fronte di quel conflitto e, come è logico vista la sua collocazione logistica, sul conflitto tra Bulgaria e Turchia.

L’occupazione italiana della Tripolitania, che era regione appartenente all’impero ottomano, aveva indebolito la posizione internazionale dei turchi e aveva contribuito alla ripresa di vigore delle ambizioni dei piccoli stati balcanici. Questi, sempre gelosi l’uno dell’altro, trovarono un’intesa, quasi imprevedibile ancora pochi mesi prima, serbo-bulgara-greco-montenegrina che si proponeva di liberare completamente dal dominio turco i territori balcanici che ancora ne erano soggetti e contemporaneamente scacciare dalla Balcania l’Austria-Ungheria. Il momento appare quanto mai propizio e la lega Balcanica nell’ottobre 1912 scatena la guerra che vede il trionfo degli alleati sulla Turchia decisamente indebolita dal governo dei “Giovani Turchi”.

Con il trattato di Londra del maggio 1913 sembrava realizzato il secolare sogno di affrancamento delle nazioni balcaniche. Il pericolo veniva però avvertito dall’impero austro-ungarico che sfruttò abilmente la sensazione della Bulgaria di essere stata in qualche modo defraudata dopo la vittoria e il Trattato di Londra (Maggio 1913), per scagliarla contro gli alleati del giorno prima. D’altra parte proprio la Bulgaria aveva affiancato l’Austria durante la crisi del 1908 schierandosi contro Serbia e Russia. La Romania che era stata fino allora inoperosa si gettava quindi nella mischia per ristabilire “l’equilibrio politico turbato della Balcania”. E la Bulgaria questa volta fu sconfitta e dovette pagare per tutti e il trattato di Londra fu corretto dal trattato di Bucarest (agosto 1913). In base a questo accordo la Turchia, che non aveva mancato di attaccare la Bulgaria già in difficoltà nel conflitto con gli ex alleati e la Romania, recuperava una parte del territorio perduto (l’estrema Tracia orientale, Adrianopoli compresa) e, mentre Grecia Serbia e anche la Romania, entrata in guerra quasi fuori tempo massimo, si arricchivano con nuove “spoglie” belliche, la Bulgaria, che aveva sperato di raggiungere Costantinopoli, conservava solo un breve angolo della Macedonia e, sul mare Egeo, il solo porto di Dedeağaç l’odierna greca Alessandropoli.

Zoli con piglio giornalistico racconta una parte di queste vicende e il testo appare utile ancora oggi per gli studiosi e anche i semplici lettori interessati a conoscere qualche aspetto di questo breve ma significativo episodio storico che non fu trascurabile per aver contribuito a creare il quadro che avrebbe resa possibile l’esplosione della prima guerra mondiale. Zoli affronta l’argomento a pochi mesi dagli avvenimenti e descrive soprattutto le azioni belliche bulgare (esempio la battaglia di Lüle-Burgas e l’armistizio di Tchataldja oltre agli incidenti in territorio bulgaro causati dai turchi che esasperarono gli animi e contribuirono a rafforzare le premesse che resero possibile questo conflitto), e difficilmente troveremmo nei libri di storia una descrizione così particolareggiata e ricca di riferimenti, comprese le cartine con evidenziato il dislocamento delle truppe bulgare e turche.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Non oseremmo affermare che, a mezzo agosto del 1912, quando lanciava la nota proposta d’intervento delle Potenze a Costantinopoli, il conte Berchtold avesse previsto la futura coalizione balcanica. Quale che sia l’opinione che si possa nutrire della consumata abilità e della profonda penetrazione del diplomatico austriaco, non è facile ammettere che egli solo avesse visto da Vienna quel che, sino alla seconda quindicina di settembre, nessuno dei ministri europei presso gli stati balcanici aveva visto. Ad ogni modo, è certo che il conte Berchtold agì allora come se avesse intuito la grave minaccia che s’addensava sull’orizzonte politico della penisola; ma se, d’altra parte, avesse veramente prevista la conflagrazione che doveva scoppiare quattro mesi dopo, è chiaro che avrebbe svolta tutt’altra politica ed esercitate ben altre pressioni nelle poche settimane che gli restavano di tempo utile.

Scarica gratis: La guerra turco-bulgara di Corrado Zoli.