Tra referendum falliti e tattiche assurde, +Europa sembra un esercizio di sopravvivenza più che un movimento politico.
Il passo avanti e indietro di Magi Nella nebbia della politica italiana, Riccardo Magi si muove come un fantaccino, costretto a compiere un passo avanti e uno indietro senza mai arrivare a nulla di concreto. La sua recente chiamata a Zaia per unirsi alla raccolta firme per il referendum sulla cittadinanza suona come una disperata richiesta d’aiuto. Un movimento nato con slancio, ma che sembra ormai ridotto a un tentativo di sopravvivenza, fatto di mosse strategiche che portano sempre più lontano da risultati tangibili.
Le piroette verbali di Magi Magi è abile nelle piroette verbali, come ha dimostrato nelle sue dichiarazioni sui temi caldi di questi giorni. Ha applaudito Orsini per il pragmatismo nel discorso alla Confindustria, mentre ha criticato Meloni per la mancanza di una visione strategica europea. Eppure, dietro a queste parole altisonanti, rimane un vuoto. Una retorica che gira su se stessa senza mai toccare il cuore del problema, confermando che Magi e il suo movimento sono sempre più lontani dalla rilevanza politica.
Teatro dell’assurdo e referendum falliti L’iniziativa referendaria sulla cittadinanza sembra più un atto del teatro dell’assurdo che una strategia politica efficace. Magi spera che dimezzare i tempi per la richiesta di cittadinanza possa dare una scossa, ma la mancanza di una base solida e il rifiuto del governo di modificare la legge gettano un’ombra sul futuro di questo progetto. Più che una vera battaglia per i diritti, sembra una lotta di visibilità per un movimento sempre più irrilevante.
Aggrapparsi a qualunque cosa Nelle sue dichiarazioni al Parlamento, Magi si è aggrappato a ogni appiglio disponibile per apparire attivo, dalle critiche sul ddl Sicurezza alle questioni delle detenute madri. Tuttavia, le sue parole non riescono a sfondare: non importa quanto forte urli, il suo messaggio resta inascoltato, perso tra il rumore politico. Magi cerca disperatamente di dire qualcosa, ma la sostanza è assente.
Bonino e Magi: la strana coppia +Europa sembra ridotto alla ditta individuale di Riccardo Magi ed Emma Bonino. Da una parte, una vecchia gloria della politica italiana che si atteggia a profetessa e sibilla; dall’altra, un giovane idealista dal volto fresco ma privo di potere reale. La loro strana coppia si aggira nel deserto del panorama politico italiano come due personaggi fuori dal tempo, senza direzione e senza seguito.
Il massacro politico di Magi La recente bocciatura del suo ordine del giorno sul ddl Sicurezza è solo l’ultimo esempio di come Magi venga sistematicamente ignorato dalla maggioranza. Eppure, continua a combattere, forse più per obbligo che per convinzione. Ogni battaglia persa è un passo verso il massacro politico, una discesa verso l’irrilevanza che, a questo punto, sembra inevitabile.
+Europa e l’illusione di un campo referendario Magi ha tentato di unire le opposizioni attorno alla proposta di un referendum sulla cittadinanza. Un campo referendario che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto riunire i diversi attori progressisti. Tuttavia, anche questo slancio sembra arenarsi tra le divisioni interne e l’indifferenza generale. Nonostante il sostegno di figure pubbliche come Roberto Saviano e Don Luigi Ciotti, l’iniziativa non riesce a decollare.
Una desolazione politica senza fine In conclusione, +Europa appare come un cadavere politico che continua a camminare senza meta, un esempio lampante della desolazione che caratterizza il panorama politico italiano attuale. Con Bonino ormai relegata al ruolo di figura simbolica e Magi che combatte con armi spuntate, il movimento ha perso ogni capacità di incidere sulla realtà politica. Una triste parabola per quello che una volta era un sogno europeo.