Azione teatrale scritta in Vienna l’anno 1765 d’ordine dell’augustissima imperatrice regina, e posta in musica dal Gluck; da rappresentarsi nell’interno dell’imperial corte dalle Altezze Reali di quattro arciduchesse d’Austria; cioè Maria Elisabetta, Maria Amalia (poi duchessa di Parma), Maria Giuseppa (poi sposa del re delle Due Sicilie) e Maria Carolina (poi regina di Napoli) per festeggiare il giorno di nome dell’augustissimo loro genitore, del quale l’improvvisa perdita non permise la rappresentazione.

 

Dall’incipit del libro:

ATAL.
Non lo sperar, Climene:
Raffrenarmi io non posso.
CLIM.
Oh Dio, germana,
Rammenta almen…
ATAL.
Rammento
Che della dea di Delo
Seguace io son: che la terribil fiera,
Che la frondosa infesta
Calidonia foresta,
Oggi atterrar si dée. Colà d’alloro
Veggo in man del mio nume il nobil serto
Che all’onorata fronte
Sarà del vincitor degno ornamento:
E di sì bel cimento
Spettatrice oziosa esser degg’io?
Ah non sia ver! Non trattenermi: addio.

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